Una ferita che doveva piano piano guarire, in maniera naturale. E che invece è andata peggiorando giorno dopo giorno, fino a diventare pericolosa per la sopravvivenza stessa. Forza Italia è un partito che rischia di crollare da un momento all’altro, segnato da una spaccatura profonda tra un leader che ha perso ormai il proprio ruolo sullo scenario politico e una parte di ex fedelissimi che gli contesta un totale appiattimento sulla linea salviniana, una resa incondizionata alla destra sovranista.
Le voci di una rottura all’orizzonte si fanno sempre più forti: stando a quanto trapela dagli ambienti forzisti, sarebbero addirittura una cinquantina i parlamentari pronti a seguire Mara Carfagna in caso di strappo definitivo dal Cavaliere, un colpo probabilmente di grazia per un partito già crollato recentemente nelle preferenze degli italiani (oggi è intorno al 6%, lontanissimo dai fasti di un tempo).
Gli aspiranti scissionisti contestano d’altronde a Berlusconi proprio la perdita di voti, evidente: chinare costantemente il capo di fronte a Salvini ha spinto gli elettori a rifugiarsi altrove, non trovando più in Forza Italia un elemento di discontinuità rispetto agli estremismi sovranisti. Persino Renato Brunetta, che aveva disertato non a caso la piazza di San Giovanni a Roma, viene dato ormai con la valigia in mano. “Non vi meritate mia madre”. La lettera, rabbiosa, del figlio di Liliana Segre