Una trasformazione in piena regola, l’ennesima nella carriera di un Matteo Salvini abituato a cambiare divisa con disarmante facilità e passato negli ultimi mesi dal leader politico che invocava i pieni poteri candidandosi a premier alla versione “responsabile” che chiede, di contro, ai partiti di stringersi tutti insieme per dar vita a un governo di responsabilità. I tempi del Papeete e dei mojito sembrano lontani, lontanissimi. Perché il Capitano, di fondo, oggi ha paura.
Salvini ha capito che, purtroppo per lui, Movimento Cinque Stelle, Renzi e dem non sono per niente disposti a rischiare un ritorno alle urne. Procedono a tastoni, litigano di continuo. Ma si trincerano dietro un fine comune: “Non tornare alle urne”. A rimetterci è lui, il Capitano. Finora indiscusso trionfatore dei sondaggi con un margine che, però, si va pian piano assottigliando. La lontananza dal governo sta erodendo il tesoretto a disposizione della Lega, a tutto vantaggio di una Giorgia Meloni ormai sempre più forte e minacciosa.
La legislatura giallorossa può arrivare, questo il timore di Salvini, tranquillamente al 2022, anno in cui sarà eletto il nuovo presidente della Repubblica. L’idea non piace affatto al leader del Carroccio che ha prima tentato la spregiudicata corte ai senatori 5 Stelle (riuscendo a convincerne però soltanto 3) e poi rivisto le proprie posizioni, mostrandosi di colpo responsabile e ragionevole. Così, spera il Capitano, la Lega non sarà esclusa dalle scelte fondamentali del prossimo futuro. La Meloni, intanto, ringrazia e incassa quello che per molti elettori di destra è un autogol bello e buono.La Meloni ai ferri corti con Salvini: “La sua proposta? Incomprensibile”