Una caramella per scacciare dalla bocca il sapore amaro causato dal virus. Un desiderio che solitamente esprimono i bambini, ma in questo caso a chiederla è stato un paziente ricoverato presso l’ospedale Maggiore di Crema. L’uomo, ultraottantenne, ha chiesto al parroco del proprio paesino una caramella, per coprire il sapore amaro in bocca dovuto al virus e ai medicinali. Il parroco ha chiesto al cappellano del nosocomio di esaudire la richiesta dell’anziano: “”Gli ho portato la caramella, gli ho detto che la mandava il suo don, e quell’uomo mi ha sorriso, ha capito anche se non credo abbia potuto mangiarla. Il giorno dopo purtroppo è morto”.
Per sostenere il personale sanitario, almeno emotivamente, sono state attivate delle linee di assistenza psicologica. Qualcuno, ha spiegato il sacerdote, cerca conforto nella chiesetta del nosocomio: “Un dottore mi ha confidato che pur non essendo molto religioso, prima del turno si trattiene in preghiera. Tanti hanno paura di infettarsi e di trasmettere il virus ai parenti a casa”. La solidarietà, anche tra colleghi, è un balsamo per l’anima: “La caposala lavora h24, ma l’altro giorno ha riunito gli infermieri per valutare insieme chi avesse bisogno di riposo e chi potesse resistere ancora”.
Per dare l’estrema unzione, il cappellano può accedere ai reparti Covid-19 solo per i pazienti in fin di vita: “Il crocefisso resta sotto la tuta. Ho la mascherina, copricapo, copri scarpe e guanti. Spesso il personale sanitario si ferma per una preghiera con me: un ulteriore gesto di carità dopo aver tentato di tutto per salvare una vita. In questi momenti spicca la differenza tra la salute, che non si può dare a tutti, e la salvezza, che può dare un solo medico: Dio”.Ti potrebbe interessare anche: Tortona, nel cimitero non c’è più posto: salme vengono messe in un container frigorifero