Giuseppe Conte dice ancora una volta no al Mes, il Fondo Salva-Stati che rientra nel piano di aiuti lanciato da Bruxelles e che però continua a non convincere il premier, che preferirebbe misure più incisive. In un’intervista al Corriere della Sera durante la quale ha aperto anche al piano choc per i cantieri presentato da Renzi, il presidente del Consiglio ha spiegato in maniera chiara: “Il Mes è un prestito. Se chiedo in banca 37 miliardi poi li devo restituire”. Sottolineando così, ancora una volta, come ritenga lo strumento inefficace per affrontare un’emergenza così forte.
Un modo per rispondere anche a quelle critiche provenienti dalle opposizioni secondo le quali, alla fine, il Recovery Fund avrebbe avuto tempistiche così lente da spingere l’Italia, piuttosto, ad accettare i fondi del Mes, soluzione auspicata d’altronde già sia da diversi esponenti del Partito Democratico che da Forza Italia. Per Conte, invece, è giusto continuare il braccio di ferro con i “rigoristi del Nord”, guidati dall’Olanda, per strappare uno strumento nuovo e più incisivo.
Conte ha anche parlato dei tanti “sacrifici fatti dagli italiani hanno permesso al Paese di uscire dal lockdown e di procedere alla riapertura della maggior parte delle attività commerciali, a cominciare proprio da quelle che hanno fatto registrare un più alto numero di ore di cassa integrazione. Penso, per esempio, ai settori dell’abbigliamento e della ristorazione. L’impegno del governo per garantire la salvaguardia dei posti di lavoro è massimo”.C’era una volta il centrodestra unito: la manifestazione del 2 giugno spacca l’opposizione