Un fantasma che non ha mai smesso di aleggiare sulle sorti politiche del Movimento Cinque Stelle, quello di Alessandro Di Battista. Il volto duro e puro di un partito alla ricerca ormai di una nuova identità (e se possibile di altro consenso, visti i recenti sondaggi) pronto a tornare da un momento all’altro sotto i riflettori forte di un’autorevolezza che pochissimi altri esponenti pentastellati possono vantare. E sempre più forte, in un momento in cui i grillini appaiono invece di colpo deboli, con la leadership di Vito Crimi sempre meno convincente.
Di Battista, da par suo, al momento continua a giocare a carte copertissime. In una serie di interviste rilasciate in questi giorni non ha mancato di lodare il premier per i risultati ottenuti in Europa con il Recovery Fund, invitandolo a non mollare sul fronte revoca delle concessione autostradali. Ma all’interno del Movimento gli esponenti più vicini a Di Maio vedono già il Dibba contro una mina pronta a far saltare il governo alla prima occasione buona
Di Maio, Crimi, la Taverna, Bonafede, Fraccaro e Patuanelli incarnano così in questo momento quella parte di galassia pentastellata che mette la tenuta dell’esecutivo al primo posto tra gli obiettivi. E che teme un Di Battista pronto a offrire agli elettori un’alternativa: l’allontanamento del Movimento dall’orbita dem per farsi attrarre di nuovo, invece, da quella leghista.Attacco a Conte. Il premier è più solo: Pd e 5S alleati conto Giuseppe