C’è un caso Alfonso Bonafede all’interno del Movimento Cinque Stelle e in pochi, ormai, si sforzano ancora di nasconderlo. Contro il ministro della Giustizia, finito ripetutamente nell’occhio del ciclone nel corso degli ultimi mesi, il deputato grillino Giorgio Trizzino ha presentato un’interrogazione durissima alla Camera, ennesimo colpo a una figura già debolissima, travolta dalle polemiche per la mancata nomina di Nino Di Matteo al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e per la circolare scarcera-boss durante l’emergenza Covid-19.
Il secondo sarebbe stato protagonista a sua volta di comportamenti censurabili, a detta di Trizzino, come la nomina a procuratore aggiunto in relazione alla “revoca della domanda di altro concorrente”, “il ricollocamento in ruolo del fratello Francesco” e le pressioni per limitare le presenze in tv di altri candidati in vista delle elezioni del Csm. Il deputato pentastellato ha quindi chiesto “se e quando la Procura di Perugia abbia trasmesso al ministro della Giustizia in tutto o in parte gli atti del procedimento penale” a carico di Palamara, sotto inchiesta per corruzione.
Anche all’interno del Movimento, dunque, si punta il dito contro un ministro sempre più pericolante. La cui posizione si fa sempre più difficili e che rischia di pagare a caro prezzo la vicinanza al premier Conte: colpire lui per indebolire un premier che di contro pare granitico nella sua raccolta di consensi e che potrebbe mirare alla futura leadership dei Cinque Stelle. Le manovre per impedirlo sono già iniziate.La mossa a sorpresa di Conte: prendersi la leadership del Movimento 5S