Giorgia Meloni, come Matteo Salvini prima di lei, si iscrive al più singolare dei partiti. Quello dei leader che puntano il dito contro Giuseppe Conte e la scelta di convocare gli Stati Generali dell’economia, definendoli una passerella inutile e fine a sé stessa di fronte alla quale opporre un categorico “no grazie” per salire, piuttosto, su ben più illustri palcoscenici: quelli, ad esempio, della sempreverde Barbara D’Urso.
Non paga, la Meloni si è rivolta alla regina della televisione italiana per prendersela con il governatore campano Vincenzo De Luca, accusato di fare “monologhi senza contraddittorio” e di volgarità per quella frase sul fondoschiena di Salvini (“peraltro usurato”). E invitandolo a pensare maggiormente ai problemi del suo territorio, una zona che soffre e che andrebbe aiutata.
Tralasciando il discorso sull’operato del governatore, che pure tra bonus affitti e alle famiglie non pare essersi mosso più tardi o peggio di tanti suoi colleghi, è ancora una volta singolare notare come i leader sovranisti eleggano i salotti televisivi come loro habitat naturale dopo aver voltato le spalle ai tradizionali luoghi della dialettica parlamentare. Compresa quell’Aula tristemente lasciata vuota mentre il presidente del Consiglio tentava di sintetizzare il suo piano per il rilancio del Paese.La Bce sotto accusa: “Soldi alle banche e non ai cittadini”