Quattromila persone sbarcate nella sola isola di Lampedusa negli ultimi venti giorni. Un’emergenza senza precedenti, figlia di quella polveriera chiamata Tunisia dove si stanno sommando fattori politici, economici e sanitari. Con una conseguenza: la fuga indiscriminata della popolazione. Ci si imbarca dalle spiagge, lontane dai porti dove la polizia effettua ferrei controlli impedendo di prendere il largo a chi sogna una vita migliore al di là del mare. E si salpa alla volta dell’Italia. 
A fotografare la drammatica situazione del Paese è stato, attraverso le pagine di Repubblica, l’ambasciatore italiano in Tunisia Lorenzo Fanara: “Dal 2011 al 2020 la crescita economica è stata zero, nulla. Ma la popolazione è aumentata di un milione di persone. Per cui di fatto c’è stata una regressione del 10% della ricchezza”. Un contesto al quale si aggiunge una crisi politica che vede al momento la nazione priva di una vera e propria guida, unico riferimento rimasto il presidente della Repubblica Kais Saled.
Il coronavirus ha spinto alla chiusura centinaia e centinaia di piccole aziende. Senza una cassa integrazione che possa dare ossigeno alle famiglie rimaste senza entrate, la partenza verso altri lidi è diventata per molti l’unica speranza di un futuro migliore. La Tunisia ha chiesto spesso aiuto a Italia e Francia, Paesi ai quali è storicamente legata. Ma al momento la luce alla fine del tunnel sembra ancora lontana, lontanissima. E gli sbarchi destinati ad aumentare ancora.Salvini ora ha paura: alle prossime elezioni potrebbe essere incandidabile