La fine dell’incubo potrebbe essere finalmente all’orizzonte. La conclusione della sperimentazione del vaccino di Oxford è infatti prevista per l’ultima parte di ottobre, con il premier italiano Giuseppe Conte che ha annunciato: “Se le ultime fasi di preparazione, il cosiddetto ‘rolling review’, del vaccino Oxford-Irbm Pomezia-Astrazeneca saranno completate nelle prossime settimane, le prime dosi saranno disponibili all’inizio di dicembre”.
 Intanto l”agenzia che regola i farmaci in Europa (Ema) è partita con la revisione dei dati sia del candidato di Oxford, prodotto dall’azienda anglo-svedese Astra Zeneca con la collaborazione della biotech di Pomezia Irbm, sia del vaccino di BioNTech e Pfizer, che hanno annunciato le prime dosi per la fine dell’anno. In Italia la ditta Catalent di Anagni, che si occuperà dell’infialamento del vaccino di Oxford per tutta Europa, è al lavoro per garantire presto le prime confezioni.
Intanto l”agenzia che regola i farmaci in Europa (Ema) è partita con la revisione dei dati sia del candidato di Oxford, prodotto dall’azienda anglo-svedese Astra Zeneca con la collaborazione della biotech di Pomezia Irbm, sia del vaccino di BioNTech e Pfizer, che hanno annunciato le prime dosi per la fine dell’anno. In Italia la ditta Catalent di Anagni, che si occuperà dell’infialamento del vaccino di Oxford per tutta Europa, è al lavoro per garantire presto le prime confezioni. Il premier Conte ha spiegato: “Già all’inizio di dicembre avremo i primi due o tre milioni di dosi. Altri milioni ci arriveranno subito dopo. La Commissione europea ha commissionato ad Astra Zeneca e ad altre società alcune centinaia di milioni di dosi. Penso che per contenere completamente la pandemia dovremo aspettare comunque la prossima primavera”.
Il premier Conte ha spiegato: “Già all’inizio di dicembre avremo i primi due o tre milioni di dosi. Altri milioni ci arriveranno subito dopo. La Commissione europea ha commissionato ad Astra Zeneca e ad altre società alcune centinaia di milioni di dosi. Penso che per contenere completamente la pandemia dovremo aspettare comunque la prossima primavera”.Spagna e Portogallo dicono No ai prestiti del Recovery Fund. E scoppia il caso in Europa
