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Mattarella stoppa la crisi e richiama Renzi. Il retroscena: “Stanno dialogando”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lancia un appello a “non sprecare energie per inseguire illusori vantaggi di parte”. E poi, stando a un retroscena de La Stampa, avrebbe direttamente chiamato Matteo Renzi per stoppare la crisi di governo e invitarlo e non far dimettere le due ministre di Italia Viva. La sintesi è: prima si approva il Piano da spedire in Europa e poi si può riaffrontare il nodo della crisi di governo. Questo sarebbe il senso dello stop giunto dalle più alte sfere della Repubblica, ovvero dal presidente Sergio Mattarella, al leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Il quale, se pure aveva in animo di far dimettere ieri le sue ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, ha dovuto ascoltare quello che è stato ben più di un monito.

Si legge su La Stampa: “E siccome quando il capo dello Stato esercita una moral suasion difficilmente si può far finta di nulla, il risultato è che per almeno una intera settimana, il governo dovrà rimanere con i ranghi al completo. Perché – come spiegano alti esponenti che operano nei Palazzi istituzionali – appena si dovessero dimettere le ministre di Iv, si aprirebbe formalmente la crisi e anche il premier sarebbe costretto a dimettersi: e il Parlamento dovrebbe bloccare i suoi lavori. Quindi una cosa è certa, il piano del Recovery riveduto e corretto, sarà approvato dal consiglio dei ministri (pare mercoledì) e poi approderà di corsa alle Camere, con la speranza di tutti che sia votato entro una settimana”.

Renzi deve quindi attenersi ai tempi istituzionali dettati da Mattarella e frenare le intemperanze della Bellanova. “Il tempo è davvero finito e questa esperienza per me è archiviata. Arrivi questo benedetto Recovery Plan, ci si dia il tempo di valutarlo e ci si confronti in Consiglio dei Ministri”. Ed è su un mega accordo, tutto da vedere, che si muovono i fili di un esile trattativa che potrebbe maturare, almeno nelle speranze dei Dem. Impegnati a tacitare e blandire sia Renzi, sia Conte: le cui uscite belligeranti non sono granché gradite. “Il Pd – spiegano dalla trincea più esposta del Senato – si è convinto in blocco che il solo punto di ricongiungimento delle sorti della maggioranza sia un Conte ter e non un rimpasto dell’attuale governo”.

“Hanno finalmente capito che noi si fa sul serio”, nota Renzi, che a questo punto aspetta i testi completi del nuovo piano per poterli esaminare: arrivo previsto sui tavoli i Iv, oggi pomeriggio, domani sera o mercoledì al massimo cdm per approvarlo. “Anche se non ci piace dobbiamo evitare di passare per quelli che bloccano il Recovery”, ammonisce i suoi parlamentari e le sue ministre l’ex premier. Consapevole che l’arma delle dimissioni non è scarica ma solo rinviata di qualche giorno.

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