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Consigliere comunale Pd disse “Salvini in galera”: condannata a risarcirlo

La Corte di Cassazione accoglie il ricorso presentato da Matteo Salvini. Il leader della Lega dovrà essere risarcito in sede civile dall’ex consigliere comunale in quota Pd del Comune di Rovereto, Paola Mirandola. La donna era stata denunciata da Salvini per aver pronunciato delle frasi ingiuriose nei suoi confronti durante il consiglio comunale del 2 marzo 2015.

Ex consigliere Pd condannata a risarcire Salvini

“Salvini in galera, un mascalzone, un delinquente abituale per tendenza”. Sono queste le accuse che la Mirandola aveva rivolto nel 2015 a Salvini, reagendo alla provocazione di un consigliere leghista che indossava la maglietta con la scritta ‘Renzi a casa’. Il giudice di Pace di Rovereto la aveva assolta nel 2020, giudicando quelle espressioni sì troppo forti, ma non punibili perché pronunciate in un contesto politico. Ora invece la Cassazione ribalta quella sentenza ritenendo quelle frasi “infamanti”.

Matteo Salvini, leader della Lega, durante il suo intervento a LET Expo presso VeronaFiere, Verona, 18 marzo 2022ANSA/CLAUDIO MARTINELLI

L’ex esponente locale del Pd dovrà adesso risarcire il leader leghista. Non era andata così invece, come appena accennato, all’inizio di febbraio del 2020 quando il giudice di pace, Paola Facchini, giudicò non diffamatorie frasi come “Salvini in galera, un mascalzone, un delinquente abituale per tendenza”. Quella volta fu il “contesto” a salvare la Mirandola.

“La pronuncia (del tribunale) confonde il piano della politica con quello del diritto, facendo cadere per Salvini la difesa all’onorabilità personale. – commentò così quella sentenza l’avvocato salviniano Claudia Eccher – Salvini ha meno diritti degli altri. Gli insulti, se diretti a Salvini, per il giudice di pace di Rovereto non sono reato: così si legittima la violenza, verbale e non solo”. Ora anche il legale si è preso la sua piccola rivincita.

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