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Abusi sessuali sui suoi figli per 20 euro: la madre gestiva gli incontri dei piccoli

In cambio di pochi euro offriva i propri figli per essere abusati: “I bimbi erano messi in fila per essere molestati”. È quanto emerge al processo che si sta celebrando a Siracusa sulle violenze sessuali di tre bimbi di 3, 4 e 7 che venivano offerti dalla madre a tre uomini, tra cui un carabiniere. Imputati la madre dei bambini (un maschietto e due femminucce) un carabiniere di 41 anni, e il padre della donna con cui il figlio maggiore dell’imputata conviveva. Alla sbarra dei testimoni, invece, ci sono gli educatori e i genitori affidatari dei bambini che hanno raccolto i racconti dell’orrore. Gli abusi, infatti, sono emersi quando i piccoli erano stati sottratti alla donna e collocati presso una struttura di accoglienza. I fatti risalgono al 2014, quattro anni prima che i carabinieri del Nucleo investigativo effettuassero gli arresti dei tre indagati, avvenuti nel 2018. La madre dei bambini in situazione di grave disagio economico vendeva i figli in cambio di piccole somme, fino a 20 euro.

La mamma organizzava gli abusi
Il caso sarebbe avvenuto nel 2014, ma gli arresti sono scattati quattro anni dopo. Secondo la ricostruzione dei militari del Nucleo investigativo, infatti, che nel novembre del 2018 arrestarono gli indagati, la donna versando in condizioni di grave disagio economico avrebbe fatto prostituire i figli per cifre irrisorie, fino a 20 euro. Gli abusi sarebbero andati in scena nella cantina, così sarebbe stato chiamato il locale della donna. Uno dei tanti aspetti inquietanti emersi di questa vicenda, le violenze sarebbero state fotografate da un anziano ormai deceduto. Sono state le bimbe, grazie al supporto degli adulti che le hanno assistite dopo l’allontanamento dalla famiglia, a svelare pian piano l’inferno di abusi subito nella cosiddetta cantina.Le minori, con molta difficoltà, avrebbero iniziato a raccontare quell’incubo iniziato, secondo i magistrati della Procura distrettuale di Catania, nel 2014. Nel corso dell’udienza, che si è tenuta nell’aula della Corte di Assise, è inoltre emerso un altro elemento, ovvero l’ammanco di una serie di registrazioni: “Ci siamo accorti che mancano delle intercettazioni, in numero abbastanza rilevante, per cui abbiamo chiesto spiegazioni al pm”. L’interrogativo sarà risolto nella prossima udienza, in programma per la metà di settembre che si terrà al palazzo di giustizia di Siracusa.

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