C’è un evidente imbarazzo, in queste settimane concitate, nel fronte sovranista. Incapace di tenere una linea coerente, di mostrarsi lucido nelle sue prese di posizione. Di colpire, questo il problema più grave, la pancia della gente, fine indispensabile per l’azione politica di certi partiti. Il coronavirus si è preso di colpo la scena, spingendo l’Italia e il mondo verso una crisi senza precedenti. E trasformando certe armi retoriche solitamente molto efficaci in semplici pistole ad acqua. E così Matteo Salvini e Giorgia Meloni si sono trovati a navigare a vista, non sapendo più come attirare le attenzioni degli italiani.

Un esempio? La presa di posizione dei leader di Lega e Fratelli d’Italia sulla situazione ungherese. Lo stesso duo che accusava il premier Giuseppe Conte di ignorare l’opposizione e tirare dritto per la sua strada sempre e comunque oggi, udite udite, difende la svolta autoritaria di Viktor Orbán, salutata addirittura da Salvini con parole di rallegramento: “Poteri speciali a Orbán per combattere con forza il virus? Saluto con rispetto la libera scelta del parlamento ungherese, eletto democraticamente dai cittadini”.

Insomma, prima Salvini e la Meloni attaccano Conte perché li esclude dalle decisioni più delicate di questi giorni, poi difendono Orbán che nel frattempo si fa concedere i pieni poteri dal governo ungherese. Una giravolta, l’ennesima, che testimonia tutte le difficoltà di chi fino a pochi mesi fa credeva di avere il Paese ai suoi piedi e oggi fatica maledettamente a trovare visibilità.
Le misure anti-coronavirus del governo “hanno già salvato 38 mila vite”