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Inter in lutto, proprio il giorno della finalissima! Che tragedia

All’età di 84 anni ci ha lasciato Ernesto Pellegrini, una delle figure più influenti nel panorama imprenditoriale italiano e storico presidente dell’Inter. Sotto la sua guida, la squadra calcistica ha vissuto momenti di gloria, mentre nel settore aziendale ha creato un impero nella ristorazione collettiva.

Da contabile a imprenditore di successo

Nato a Milano il 14 dicembre 1940, Pellegrini ha iniziato la sua carriera come contabile presso la Bianchi, un’azienda di biciclette. Nel 1965, riconoscendo le opportunità offerte dal boom economico italiano, ha fondato l’Organizzazione Mense Pellegrini, che si è trasformata nella Pellegrini S.p.A.. Questa azienda è cresciuta rapidamente, fornendo servizi di ristorazione collettiva, buoni pasto e welfare aziendale, impiegando oltre 9.000 persone e operando anche a livello internazionale con la Pellegrini Catering Overseas S.A.

Il periodo d’oro dell’Inter sotto la sua presidenza

Nel 1984, Pellegrini ha acquistato l’Inter da Ivanoe Fraizzoli, diventandone il diciassettesimo presidente. Durante il suo mandato, la squadra ha conquistato il tredicesimo scudetto nella stagione 1988-1989, noto come “lo scudetto dei record”, grazie ai 58 punti su 68 disponibili. Sotto la sua presidenza, l’Inter ha vinto anche la Supercoppa Italiana nel 1989 e la Coppa UEFA nel 1991 e 1994. Pellegrini ha lasciato la presidenza nel 1995, cedendo le sue quote a Massimo Moratti.

Contributi significativi nel sociale

Oltre ai successi professionali, Pellegrini è stato un esempio di impegno sociale. Nel 2013 ha fondato la Fondazione Ernesto Pellegrini ONLUS, che nel 2014 ha aperto il ristorante solidale Ruben a Milano, offrendo pasti a basso costo a persone in difficoltà economica. Durante la pandemia di COVID-19, la fondazione ha distribuito gratuitamente 50.000 pasti a domicilio per anziani e persone in quarantena.

Pellegrini è stato insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro nel 1990 e ha ricevuto l’Ambrogino d’Oro dal Comune di Milano nel 2014 per i suoi meriti sia imprenditoriali che umanitari. La sua autobiografia, “Una vita, un’impresa”, pubblicata nel 2016, racconta la storia di un uomo che ha saputo unire successo, passione e solidarietà. Con la sua scomparsa, l’Italia perde una figura emblematica di determinazione, visione e cuore.

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