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Addio a Roberto Colaninno

Roberto Colaninno morto Piaggio Olivetti

È con profonda tristezza che annunciamo la scomparsa di Roberto Colaninno, imprenditore mantovano classe 1943, che aveva appena festeggiato il suo ottantesimo compleanno.

Il nome Colaninno rimarrà per sempre impresso nella storia industriale italiana, principalmente grazie al suo ruolo decisivo nella Piaggio. Era infatti presidente e amministratore delegato della storica azienda, controllata attraverso Immsi, e ancora si ricorda con affetto la sua visita al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel 2008, per presentare i veicoli del gruppo in occasione del suo sessantesimo anniversario.

Tuttavia, la leggenda di Colaninno non si limita ai mondi di moto e Vespe. Ha iniziato la sua carriera in Fiaam, un’azienda di componentistica auto, prima di fondare la Sogefi a Mantova nel 1981, sempre nel settore automobilistico, che in seguito avrebbe quotato in Borsa. Durante questo periodo, ha anche rivestito ruoli di primo piano in alcune delle principali multinazionali americane.

Un altro capitolo fondamentale della sua carriera si apre a metà degli anni ’90, quando diventa amministratore delegato della Olivetti, trasformandola in una holding delle telecomunicazioni. Chi potrebbe dimenticare l’offerta pubblica d’acquisto da record nel febbraio 1999, la scalata a Telecom Italia con una proposta di 60 miliardi di euro, culminata con l’acquisizione del 51% della compagnia? Con l’ingresso in Telecom, Colaninno ha assunto ruoli chiave sia come presidente che come amministratore delegato, nonché la presidenza di Tim, prima di vendere a Pirelli nel 2001.

Le imprese di Colaninno non finiscono qui. Nel 2002, attraverso Omniaholding e Omniainvest, si avvicina alla Fiat e acquista Immsi, una società quotata in Borsa specializzata nel settore immobiliare. Con questa mossa, ha successivamente acquisito Piaggio e Intermarine nel 2003.

Un altro momento saliente della sua carriera si è verificato nel 2008, quando, attraverso Immsi, è stato tra i fondatori della Compagnia Aerea Italiana (CAI). Questi “capitani coraggiosi”, come venivano chiamati, hanno rilevato Alitalia e Airone, proteggendo così la nazionalità italiana della compagnia aerea.

Dopo essere stato insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro nel 2000, Colaninno ha poi presieduto la nuova Alitalia SAI, formata con la partnership di Etihad nel 2015, e si è ritirato dal consiglio di amministrazione di Alitalia nel 2017.

La sua eredità è inestimabile e rimarrà un pilastro dell’industria italiana. Il nostro pensiero va alla sua famiglia in questo momento di dolore.