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Affitti brevi, com’è cambiato il turismo dal periodo pre-Covid

In salita la domanda di affitti brevi e in particolare quella dei soggiorni medio-lunghi. Lo dicono gli ultimi dati di Halldis, storico operatore italiano specializzato in affitti brevi, secondo cui nel 2023, anno che ha visto la ripresa del turismo nel nostro Paese con oltre 445 mln di presenze, la richiesta di short-rental è aumentata del 15% e quella di mid-long term del 30%, confermando la tendenza del 2022. Ecco le principali tendenze degli affitti brevi in Italia, e quanto costa affittare casa nelle città più gettonate. Ma le uniche in cui il livello è tornato al periodo pre-Covid sono Torino e Milano.

Firenze, Roma e Napoli hanno fatto segnare il maggiore aumento delle tariffe rispetto al 2019 (oltre 60%) ma è Venezia il centro nel quale la tariffa media giornaliera è più alta (209,63 euro).

Roma, caput mundi

Nella fotografia del 2023 il comune con più alloggi disponibili resta la Capitale (22.080), in crescita rispetto al 2022 ma ancora indietro rispetto all’anno da primato per il turismo italiano: a Roma nel 2019 erano infatti oltre 30mila (-31%). A Milano c’è stato il maggior aumento dell’offerta per affitti brevi nel passaggio dal 2022 al 2023 (+48%) e il capoluogo lombardo è anche l’unico centro tra quelli monitorati, insieme a Torino, che è tornato ai livelli pre-pandemia: rispettivamente +5 e +22%.

Firenze e la battaglia del sindaco Nardella

Uno dei provvedimenti più impegnativi, importanti e rappresentativi del modo in cui abbiamo sempre cercato di interpretare e attuare il nostro mandato di governo della città”. Con queste parole che il sindaco Dario Nardella era intervenuto in Consiglio comunale per illustrare la proposta di delibera sugli affitti brevi tempo fa. La delibera urbanistica prevedeva il divieto non retroattivo di utilizzare immobili con destinazione residenziale per affitti turistici brevi in tutta l’area Unesco del centro storico. Una norma contestata da più parti sulla quale si attende il giudizio del Tar Toscana al quale ha fatto ricorso un’associazione consumeristica.

Un primo riflesso dell’intervento fiorentino si può forse leggere nelle presenze turistiche dei comuni intorno a Firenze che a gennaio 2024 hanno fatto segnare un +4,5% su gennaio 2023 con un +25% di stranieri (dati del Centro Studi Turistici relative all’Ambito turistico dell’area fiorentina che riguarda 17 comuni).

Venezia, carissima

Per Venezia c’è una data segnata nel calendario: è il 25 aprile. Quel giorno partirà la sperimentazione del ticket d’ingresso a carico dei turisti giornalieri (contributo di 5 euro al giorno) dal quale saranno però esentati, oltre ai residenti e i nati nel Comune, gli ospiti di strutture ricettive che già pagano la tassa di soggiorno.

Per soggiornare in laguna con la formula dell’affitto di breve vengono chiesti in media oltre 200 euro (209,63). È la cifra più alta tra i sette comuni considerati dalla ricerca AirD Ma quello veneziano non è l’aumento maggiore. Napoli, Roma e Firenze sono oltre il 60%. Il livello più basso è invece a Milano dove, come abbiamo visto, è aumentata l’offerta sui portali.