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Afghanistan, l’orrore dopo il sisma: si parla di 3mila vittime

Il devastante terremoto che ha colpito l’Afghanistan continua a mietere vittime, avvicinandosi al tragico numero di 3.000 morti, secondo quanto confermato da alti funzionari talebani e riportato dal quotidiano britannico ‘Guardian’.
Le parole della comunità talebana: “Forniamo assistenza alle regioni colpite”

Un funzionario talebano ha espresso profonda preoccupazione per la situazione, dichiarando: “Temiamo che possano esserci ulteriori vittime anche in quella zona. Le nostre squadre sono attualmente in viaggio per fornire assistenza alle regioni colpite”. Tuttavia, le operazioni di soccorso sono complicate dalla difficoltà di accesso alle aree remote colpite dal terremoto.

Il sisma principale, di magnitudo 6,3, si è verificato lo scorso sabato ed è stato seguito da otto forti scosse di assestamento. Questo ha causato il crollo di numerose abitazioni rurali e ha seminato il panico tra gli abitanti delle città vicine. La situazione è resa ancora più critica dalla grave crisi umanitaria che affligge l’Afghanistan, aggravata dal ritiro massiccio degli aiuti esteri in seguito al ritorno al potere dei Talebani nel 2021.

Herat nell’orrore, le persone dormono per strada e nei parchi

La capitale regionale di Herat è in preda al caos, con molti residenti che hanno preferito dormire nei parchi pubblici e lungo le strade per evitare le strutture che potrebbero crollare. La situazione è stata aggravata dalle scosse di assestamento, tra cui un terremoto di magnitudo 4,7 registrato oggi dallo United States Geological Survey (USGS) alle 14:16 ora locale, con epicentro a 30 km a sud-est del villaggio di Qarabagh, nel distretto di Gulran di Herat. Poco dopo, un altro sisma di magnitudo 4,9 ha ulteriormente scosso la regione, alimentando la paura tra la popolazione già traumatizzata.

La popolazione locale è ora in uno stato di emergenza, con la necessità urgente di assistenza medica, cibo, e rifugi. Le organizzazioni umanitarie stanno mobilitando risorse per rispondere alle esigenze immediate, ma la situazione è complessa e richiede una risposta coordinata a livello nazionale e internazionale.