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Clamoroso Cazzullo sul Corriere della Sera: si è convertito ai No-Euro?

Aldo Cazzullo, che ha ereditato sul Corriere della Sera la rubrica che fu di Indro Montanelli, risponde a Mario Luglio, il quale ha scritto: “Caro Aldo, l’euro compie 20 anni. Il debutto sui mercati finanziari risale al 1999, mentre la circolazione monetaria ebbe effettivamente inizio il 1º gennaio 2002. Chissà se chi decise di caratterizzare le banconote degli euro con disegni architettonici, porte o finestre sul fronte, ponti sul retro, voleva attribuire particolare significato a tali simboli: fu comunque premonitore. Il nome ‘Euro’ nasce in Grecia, dove origina anche la sua attuale crisi”.

La risposta di Cazzullo, inaspettata, in queste ore ha innescato un vero dibattito. Scrive il giornalista: “Caro Mauro, non c’ è molto da festeggiare nel compleanno dell’euro”. E già il sopracciglio si alza. Il giornale che da sempre celebra la moneta unica si ritrova con questa risposta di Cazzullo ad assumere una posizione quanto mai inedita…

“La moneta unica fu la condizione che François Mitterrand impose a Helmut Kohl in cambio del via libera alla riunificazione tedesca”. Dunque niente sogno europeo, niente fratellanza suggellata nel conio per evitare guerre, nazionalismi, fascismi, nazismi e orrori vari? No. “Il presidente socialista, costretto da anni a rincorrere il marco, pensò che così il franco – e la stessa Francia – sarebbe stato al riparo dalle tempeste finanziarie”. L’editorialista spiega pure di aver passato “la notte tra il 20 e il 21 settembre 1992 a casa di Jean Marie Le Pen” (Ah!), il quale “previde che per l’Europa sarebbe stato l’inizio della fine. Sbagliava; ma non di molto”.

Ma non è tutto. “L’euro ha contribuito alla stabilità. Ma ci ha guadagnato solo la Germania. Proprio la Francia è stata una delle nazioni più penalizzate. Peggio ancora è andata alle altre grandi economie continentali: quella spagnola, e la nostra. L’Italia cresce poco o male fin dal fatidico 1992”.

“La moneta unica ha fatto crollare i due pilastri su cui si era retto negli ultimi decenni il nostro (poco virtuoso) sistema di sviluppo: una moneta debole, che facilitava le esportazioni; e una spesa pubblica fuori controllo, con cui i partiti di governo compravano il consenso, spesso incoraggiati dall’opposizione comunista. Ora abbiamo la moneta dei tedeschi, che giustamente pongono limiti ai nostri debiti, nel timore di essere costretti a pagarli loro”.

Giunti alla fine della replica cazzulliana, sorge un dubbio: qualcuno si è impadronito della rubrica e l’ha sabotata, o l’autore ha effettuato un cambio di direzione pericoloso? Cosa c’è dietro la posizione di Cazzullo, oggi? Intanto i social si sono scatenati con le polemiche. In molti, però, elogiano il Corriere che ha così dato dimostrazione della sua vocazione plurale e, certamente, non censoria.

 

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