Gianni Alemanno ci riprova. Dopo l’esperienza di Azione Nazionale, associazione lanciata nel 2015 dall’ex sindaco di Roma che ha però ha riscosso scarsa fortuna, ecco la nuova “idea” per tornare nell’agone politico. Una proposta che di fatto è un’annessione al Salvimaio imperante, perché se da un lato si ispira al Movimento cinque stelle con il varo di una “contropiattaforma” in antitesi a Rousseau che si chiama Marconi, dall’altro, rivendicando la necessità di dare spazio alla “destra sommersa a trazione sovranista presente nei territori locali dove invece il governo del cambiamento non si è trasferito”, di fatto intende consegnare quel che rimane della sua destra a Matteo Salvini e alla Lega.
Per farlo l’ex sindaco di Roma, insieme a Roberto Menia, adotta quella che gli antichi greci avrebbero chiamato proskýnesis, cioè la genuflessione che presuppone la totale sottomissione ad un capo riconosciuto come più forte.
Con il chiaro intento di aggrapparsi al carretto al momento elettoralmente più forte, non solo in vista delle Europee ma anche e soprattutto in funzione delle prossime Amministrative, nell’esposizione di Alemanno non potevano certamente mancare accuse all’Europa matrigna, colpevole di aver rispedito al mittente la manovra gialloverde, invocazioni al movimentismo “di destra” e richiami alla compattezza del costituendo polo sovranista (e populista).
L’apoteosi della captatio benevolentiae con cui l’ex An intende consegnare l’eredità della destra di Giorgio Almirante alla Lega di Salvini sta tutta nell’esortazione con cui l’ex primo cittadino della Capitale ha invitato anche i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni ad allinearsi al percorso sovranista e a sostenere Matteo Salvini, e non il candidato conservatore, per la scalata a Strasburgo. Così da permettere all’uomo forte del Carroccio di prendersi senza ostacoli anche la destra europea, oltre che quella italiana.La scalata del “re delle spie”: chi è davvero Marco Minniti, l’uomo pronto a conquistare il Pd