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Alessandra Matteuzzi poteva salvarsi? Il procuratore di Bologna risponde alle accuse

Non si placano le polemiche sull’omicidio di Alessandra Matteuzzi, la donna di 56 anni massacrata a Bologna dal suo ex, Giovanni Padovani, 27 anni.

La donna aveva denunciato il suo ex, che era stato raggiunto da un’interdizione. Ma perché non è stato fatto di più? La rabbia della sorella Stefania e del nipote della vittima hanno creato un’ondata di polemiche, costringendo gli addetti ai lavori a fare dei chiarimenti.

Il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato: “In questa vicenda non si può parlare di malagiustizia. La denuncia è stata accolta a fine luglio, il primo agosto è stata immediatamente iscritta e subito sono state attivate le indagini che non potevano concludersi prima del 29 agosto perché alcune persone da sentire erano in ferie. Noi quello che potevamo fare lo abbiamo fatto”.

Inoltre, “dalla denuncia della vittima, non emergevano situazioni di rischio concreto di violenza, era la tipica condotta di stalkeraggio molesto”.

Un’altra polemica ha riguardato l’opportunità di usare il braccialetto elettronico: “Il vero problema che pone è quello dei costi perché già oggi quei braccialetti elettronici che potremmo dover utilizzare per alcuni reati, quando poi in concreto i vai a richiedere non si trovano. Serve la norma ma anche gli strumenti economici che la norma la fanno funzionare”.