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Amava la sua famiglia, ha ucciso tutti. Il suo rapporto con il figlio malato

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Il medico Maurizio Ranieri, primario facente funzioni del reparto di Urologia dell’ospedale di Teramo, è sconvolto dal fatto che il suo ex capo, Carlo Vicentini, abbia ucciso la sua famiglia e poi si sia tolto la vita. Ranieri conosceva Vicentini da oltre vent’anni, essendo stato il suo relatore universitario nel ’94, quando discusse la sua tesi sperimentale in urologia. In seguito, i due si rincontrarono quando Ranieri iniziò a lavorare nel reparto di Urologia diretto da Vicentini.
>>>>>> Perché ha massacrato la famiglia

Ranieri ha dichiarato che l’ultima volta che vide Vicentini fu qualche giorno prima di Natale, quando eseguirono l’ultimo intervento insieme, e tutto era nella norma. Ranieri ha anche elogiato Vicentini per la sua professionalità e la sua curiosità verso nuove tecniche mediche. Tuttavia, Ranieri ha affermato di non aver notato alcun segno di depressione in Vicentini.

Ranieri ha anche parlato della famiglia di Vicentini, e in particolare di suo figlio disabile, Massimo, che Vicentini sembrava voler molto bene. Ranieri non ha mai sentito Vicentini parlare dei suoi problemi in famiglia, ma ha notato che era molto premuroso con suo figlio, anche accudendolo durante la notte e nelle prime ore del mattino prima di partire per Teramo. Ranieri ha anche detto che Vicentini e Massimo erano molto legati.

In merito alla motivazione dietro il gesto di Vicentini, Ranieri ha dichiarato che non c’è nulla di razionale in ciò che è accaduto. Vicentini appariva come un marito e un padre affettuoso e sereno quando era con la sua famiglia. Non è mai sembrato strano o depresso durante il lavoro o durante i momenti di svago, come le cene organizzate dal reparto.

Ranieri ha espresso la sua profonda tristezza e ha ammesso di non riuscire a trovare una spiegazione per quello che è successo. L’autopsia sui quattro corpi verrà eseguita domani, nell’ambito delle indagini della Procura dell’Aquila con la squadra mobile.