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Sanzioni alla Russia, Borrell: “Kirill incluso? Penso di sì”

Nelle ultime ore l’Unione europea ha finalmente raggiunto un accordo sull’embargo al petrolio russo. Decisione che fa parte del sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca, ritenuta unica responsabile dello scoppio della guerra in Ucraina. Il blocco immediato delle importazioni di greggio russo riguarderà per il momento solo quello trasportato via mare, mentre gli oleodotti resteranno aperti. C’è però chi si chiede se le nuove sanzioni colpiranno anche gli oligarchi ritenuti vicini a Vladimir Putin. È il caso del patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill che, secondo l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Joseph Borrell, potrebbe far parte della cosiddetta black list.

Il patriarca Kirill insieme a Putin

Al suo arrivo al Consiglio europeo di Bruxelles, a chi gli domanda se anche il patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill verrà incluso nelle sanzioni contro la Russia, Joseph Borrell risponde con un enigmatico: “Penso di sì. Una settimana fa avrei detto sì”. Ma l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea lascia comunque intendere che il nome di Kirill si trova ancora nella lista stilata da Bruxelles delle personalità che saranno soggette a sanzioni.

“Certamente non possiamo impedire ai russi di vendere il loro petrolio a qualcun altro. Non siamo così potenti, ma siamo il cliente più importante della Russia. Dovranno cercarne un altro”, spiega Borrell facendo riferimento alla recente decisione di mettere sotto embargo l’acquisto del petrolio russo da parte dell’Ue. “Buone notizie. Ieri vi avevo detto che avremmo raggiunto l’accordo e lo abbiamo fatto. Tardi, come sempre, ma lo abbiamo raggiunto. Abbiamo il piano di bandire il 90% delle importazioni dall’Unione Europea. Per la fine dell’anno acquisteremo il 90% in meno di petrolio dalla Russia. Un altro passo avanti, una nuova dimostrazione di unità”, conclude.

Intanto, secondo fonti parlamentari di Kiev confermate anche dall’agenzia russa Tass, il parlamento ucraino, la Verkhovna Rada, avrebbe già votato per l’imposizione di sanzioni contro il patriarca Kirill. Il presidente Volodymyr Zelensky e i suoi ora si attendono che anche Bruxelles faccia lo stesso.