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Andrea Roncato: le rivelazioni su Moana Pozzi e le serate al privé con Berlusconi

Andrea Roncato è uno degli indimenticati attori di quella generazione che, a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso, è entrata nell’immaginario collettivo degli italiani. Oggi il comico che faceva coppia fissa con Gigi (Sammarchi) ha 75 anni e decide di fare alcune rivelazioni. Intervistato dal Corriere della Sera, Andrea ricorda i bei tempi passati. E non mancano certo le sorprese nel suo racconto.

Andrea Roncato

“Ci trattava come figli, in hotel prendevamo sempre le camere vicine e giocavamo a carte fino a notte fonda, chissà che avrà pensato la gente. – ricorda Andrea Roncato parlando di Sandra Mondaini – A Milano ci ospitava a casa sua, Raimondo ci prendeva in giro, però ogni mattina ci faceva trovare Il Resto del Carlino sul comodino”. Indimenticabili per l’attore anche le estati vissute a Riccione negli anni ‘80.

“Io, Gigi, Diego Abatantuono, Jerry Calà, Umberto Smaila, Ninì Salerno e Franco Oppini prendevamo in affitto una villona con parco tutti insieme. – rivela Andrea Roncato – Bei tempi quelli, cinquemila persone a sera a sentirci. Io e Jerry ci scambiavamo le auto per fingerci ricchi, lui mi cedeva la station wagon, io la Lancia Beta Montecarlo. Che feste, certe notti invitavamo le go-go girls, le ragazze immagine delle discoteche della Riviera, e si buttava l’amo. A volte il pesce abboccava, a volte no”.

“Le sarò sempre grato, è come l’abbraccio accademico del rettore. – aggiunge poi riferito a Moana Pozzi – Ci frequentammo per sei mesi nel 1985. Non faceva ancora la pornodiva, l’avevo conosciuta sul set de I pompieri. Oltre che bella, era intelligente e profonda, sapeva parlare di tutto, dal calcio alla filosofia”. Andrea Roncato ritiene inoltre Silvio Berlusconi “un grande uomo di spettacolo, molto attento, potevi chiamarlo alle due di notte, a volte invece era lui che telefonava all’alba se non gli era piaciuta una battuta. Si andava a mangiare insieme e poi in discoteca, nel privé. Chiacchierava, scherzava con le vallette, faceva il finto romantico declamando ‘Silvio, rimembri ancora’. E soprattutto spendeva un sacco di soldi per quei varietà. Da noi venivano come niente Alain Delon, Robert De Niro, Sylvester Stallone. O Tony Curtis che mi chiedeva: ‘Andava bene la scena? La rifaccio?’ A me. Roba da matti”, conclude.

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