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Ucraina, Angela Merkel: “Attacco brutale, ma non mi pento di aver trattato con Putin”

Angela Merkel decide di rilasciare la sua prima intervista a sei mesi di distanza dalla fine del suo ultimo mandato come Cancelliere del Bundestag tedesco. La Merkel risponde alle domande di un giornalista della Berliner Ensamble, soffermandosi ovviamente sulla guerra in Ucraina e sui suoi rapporti con Vladimir Putin. L’ex Cancelliere condanna senza appello l’aggressione dell’Ucraina, ma ammette di non essersi pentita di aver provato a dialogare con il presidente russo.

Angela Merkel e Vladimir Putin

Secondo Angela Merkel l’aggressione della Russia all’Ucraina “non ha alcuna giustificazione. È un attacco brutale che ignora il diritto internazionale e per il quale non ci sono scuse. È stato un grande errore”. L’ex Cancelliere tedesco ricorda poi il tentativo di dialogare con Putin, avviato insieme all’allora presidente francese Nicholas Sarkozy, allo scopo di portarlo al tavolo degli accordi di Minsk sull’Ucraina.

“È una grande tristezza che non sia riuscito, ma non mi rimprovero di aver tentato”, ricorda la Merkel che poi difende la sua decisione di opporsi all’ingresso di Kiev nella Nato nel 2008: “Non era l’Ucraina di oggi, era ultra-diviso, l’era di Yushchenko, Tymoshenko. Non era una democrazia solida. La politica tedesca ammette di essere stata convinta da tempo che Putin “avrebbe fatto qualcosa di dannoso per l’Ucraina. Non ero per metà per la Russia, e per metà per l’Ucraina. Il mio cuore ha sempre battuto per l’Ucraina”.

Angela Merkel confessa di aver compiuto tutti gli sforzi possibili allo scopo di “trovare un modus vivendi con Mosca che non portasse alla guerra. Un modo di coesistere”. Poi racconta un aneddoto risalente alla sua visita a Sochi, in Russia, nel 2007: “Lui ha detto che la caduta dell’Unione sovietica sia stata la peggiore catastrofe del Ventesimo Secolo. Io gli risposi che per me era stato uno degli eventi più belli della mia vita. L’Ucraina non può essere lasciata sola”, conclude.

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