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App per controllare spostamenti e temperatura: la Cina combatte il virus

La tecnologia è un’arma preziosa, anche di fronte a emergenze drammatiche come quella legata alla diffusione del coronavirus. In Cina, gli spostamenti delle persone costrette alla quarantena sono controllati grazie a due diverse applicazioni installate sugli smartphone di milioni di persone per registrare dati personali e movimenti. Un sistema che fa passare in secondo piano il rispetto della privacy, ovviamente, ma che ha mostrato la sua efficacia in questi giorni in cui la lotta deve proseguire senza sosta per evitare che il numero delle persone contagiate torni a salire.

I risultati, al momento, sembrano dare ragione alla Cina e alle politiche adottate. Negli ultimi giorni a Wuhan, città focolaio del contagio, sono stati registrati appena una decina di casi al giorno. Niente se paragonato ai numeri a tre cifre di due settimane fa. Il New York Times aveva rivelato in un suo recente articolo l’esistenza di una delle due app, spiegando che in questo modo Pechino sta “creando un modello per nuove forme di controllo sociale automatizzato che potrebbero persistere a lungo dopo che l’epidemia si sarà placata”. Tutti i cittadini vengono invitati a scaricare un’applicazione, registrandosi con i propri dati personali, per affrontare la quarantena. Grazie a questa, è possibile comunicare le informazioni sulla temperatura corporea e lo stato di salute alle autorità. Inoltre è possibile fare acquisti online ma soltanto di beni di prima necessità, che vengono lasciati fuori dalle porte degli edifici. Sono poi gli amministratori dei palazzi a smerciare i pacchi tra i condomini che li hanno ordinati. Di tanto in tanto, la polizia passa a controllare che vengano rispettate le norme, ponendo sigilli alla porta di chi non rispetta la quarantena. Una seconda app, poi, permette al governo di individuare e bloccare le catene del contagio, avvisando le persone che devono mettersi in quarantena. Tutti vengono tracciati, in questo modo si sa se si è entrati in contatto con altre persone infette e le autorità intervengono tempestivamente. Un sistema adottato nei confronti di oltre 760 milioni di cinesi, ovvero più della metà degli abitanti dello Stato più popoloso del mondo, e che non ha mancato di suscitare polemiche. Non manca chi, però, sostiene che ci sia proprio questa strategia alla base dei recenti successi ottenuti nella lotta al coronavirus.

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