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Apple Music supera spotify, nuove opportunità di crescita

Apple Music si conferma come una valida proposta per l’universo dello streaming, considerato come in soli due anni sia riuscita a entrare in diretta competizione con il leader di settore, SpotifyApple ha annunciato al Wall Street Journal all’inizio di Febbraio 2018 che il suo servizio di musica in streaming in abbonamento Apple Music ha 36 milioni di utenti, in crescita da 30 milioni a settembre 2017, 27 milioni di abbonati nel mese di giugno dello stesso anno e da 20 milioni di abbonati annunciati il 7 dicembre 2016. Apple Music, ricordiamo, è attivo da giugno 2015.

Stando a quanto riportato dal WSJ a Febbraio 2018, Apple Music sta crescendo più velocemente di Spotify negli Stati Uniti, con una crescita della base di utenti al ritmo del 5% ogni mese rispetto al 2% di Spotify. Se questo tasso sarà confermato nei prossimi mesi si prevede che Apple Music potrebbe superare il suo rivale in numero di utenti abbonati (ossia che pagano) negli Stati Uniti entro la prossima Estate.

E’ impressionante la crescita di Apple Music, se consideriamo che ha raggiunto la metà del numero di abbonati a pagamento di Spotify in due anni. Per Jimmy Iovine, capo del servizio, questo non è pero’ sufficiente, in quanto ritiene che si possa fare di piu’, ci sono le basi per far crescere ancora di piu’ il numero degli utenti. “Non credo che ciò che esiste adesso sia abbastanza” ha dichiarato Iovine ad una intervista rilasciata a settembre del 2017 a Billboard, nella quale ha comunicato la crescita di Apple Music a 30 milioni di abbonati. “Credo che siamo nel posto giusto, abbiamo le persone giuste e il giusto atteggiamento per non accontentarci di quello che esiste adesso.”

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Di fronte a questa crescita di Apple Music, Spotify dove sta? Ha un minor numero di abbonati o anche i suoi sono in crescita? 

La crescita di Apple Music e il successo di Spotify sottolineano la crescente popolarità dei servizi di musica in streaming. I ricavi complessivi del settore musicale globale sono cresciuti del 3,2 per cento a 15 miliardi di dollari, la prima crescita significativa su base annuale per il settore in quasi due decenni. I ricavi digitali rappresentano il 45 per cento del totale dei ricavi, rispetto al 39 per cento delle vendite fisiche.

La cosa importante che bisogna sottolineare è che, a parte rare esclusive di album o singoli comunque limitate nel tempo, i cataloghi di Spotify e Apple Music sono gli stessi, e l’abbonamento di base (senza promozioni) costa in entrambi i casi 9,99 euro per singolo utente oppure 14,99 euro per fino a sei utenti grazie al piano Famiglia. Dunque, la sfida tra le piattaforme è legata ai servizi offerti playlist automatiche, consigli musicali, radio, ecc.) e la qualità audio

Spotify supera Apple Music in numeri, non c’è da discutere su questo. Apple ha 36 milioni di abbonati raccolti in poco meno di tre anni, mentre Spotify conta 70 milioni di abbonati paganti raccolti dal 2008 (al lancio era disponibile solo in alcuni paesi), di cui 10 milioni raccolti tra agosto 2017 e gennaio 2018.

“La realtà al momento è che Spotify sta vincendo” ha commentato Russ Crupnick, analista e managing partner presso MusicWatch. Oltre ad avere il più alto numero totale di ascoltatori paganti, su Spotify gli utenti tendono a passare più tempo rispetto agli utenti di Apple Music che spendono il loro tempo sul servizio di Apple, secondo la ricerca di Crupnick.

Entrambi i servizi sono quindi in crescita, pertanto una cosa è certa: mentre tre/quattro anni fa si parlava di crisi del settore musicale, la possibilità di ascoltare musica senza limiti pagando un canone mensile piace ai consumatori, che possono gestire playlist o ascoltare musica su richiesta come vogliono. L’industria musicale, proprio grazie allo streaming, è quindi salva.

La crescita di Apple Music

Nel mese di Agosto 2015, Eddy Cue, senior vice president di Apple, ha detto che il servizio di musica in streaming Apple Music aveva raggiunto 11 milioni di utenti, specificando che si trattava utenti per la versione di prova del servizio, quella gratuita di tre mesi. Di questi 11 milioni solo 2 milioni si sono rivelati essere degli utenti paganti, che hanno scelto quindi di abbonarsi al servizio pagano 9,99 euro al mese o 14,99 euro per l’abbonamento ‘famiglia’. Un mese più tardi, il 19 Ottobre, il CEO di Apple Tim Cook ha fornito un aggiornamento sullo stato di Apple Music, che contava oltre 15 milioni di utenti, di cui 6,5 milioni utenti abbonati paganti 9,99 dollari al mese mentre 8,5 milioni utilizzavano la versione di prova gratuita di tre mesi. Dati ufficiali, Apple Music ha raggiunto 11 milioni di utenti paganti nel febbraio del 2016, quindi 13 milioni ad aprile dello stesso anno, poi 17 milioni a settembre 2016, quindi 20 milioni a dicembre 2016, 27 milioni a giugno 2017, 30 milioni a settembre 2017 e 36 milioni a Febbraio 2018.

Apple Music è ancora un servizio giovane, e ha molta strada da percorrere prima di raggiungere il suo principale concorrente Spotify, lanciato nel 2008, può contare su oltre 140 milioni di utenti in tutto il mondo di cui 70 milioni di clienti paganti (dato aggiornato al mese di Gennaio 2018).

Quali sono le aspettative di Jimmy Iovine?

Nonostante sia una cifra impressionante per un servizio lanciato poco più di due anni fa, sembra che l’azienda californiana non sia ancora pienamente soddisfatta. Jimmy Iovine, responsabile a capo di Apple Music, ha rivelato a Billboard che non è ancora contento di come si sta muovendo la piattaforma, e che si potrebbe fare molto di più per migliorarla. Iovine, molto soddisfatto dai risultati ottenuti, ha però sottolineato come la semplice crescita numerica non sia un obiettivo sufficiente per Apple. 

Iovine, dunque, è scettico riguardo al mercato della musica in streaming e pensa ci sia bisogno di un passo ulteriore, un miglioramento necessario che porti gli utenti ad abbonarsi alle piattaforme a pagamento piuttosto che utilizzare i servizi gratuiti. Il progetto non deve infatti concentrarsi unicamente sulla distribuzione di contenuti in streaming, ma anche sulla produzione di nuova musica e l’investimento in altrettanto inedite arti, affinché possa risultare d’avanguardia e cavalcare con serenità il futuro.

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