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Armi alla Colombia, l’audio che imbarazza Massimo D’Alema

Massimo D’Alema negli ultimi giorni è salito alla ribalta delle cronache per la sua posizione abbastanza controcorrente sulla guerra in Ucraina. “L’aggressione è un crimine, ma la Russia ha anche delle ragioni”, ha dichiarato l’ex segretario del Pd. Ma stavolta D’Alema finisce al centro della bufera politica per un altro motivo: un audio pubblicato dal quotidiano La Verità sul suo ruolo di mediatore nella vendita di armi tra l’azienda italiana Leonardo e il governo colombiano. Lui getta acqua sul fuoco: “Il governo era stato avvertito”.

Massimo D’Alema

“Io non ho ricevuto nessun euro. – dichiara D’Alema nell’audio di circa un anno fa, pubblicato da La Verità – L’avvocato Bonavita, che è venuto in Colombia, non ha ricevuto nessun euro. L’avvocato (omissis) che è venuto in Colombia non ha ricevuto nessun euro. Allora, noi stiamo lavorando perché siamo stupidi? No. Perché siamo convinti che alla fine riceveremo tutti noi 80 milioni di euro. Quindi si può fare un investimento perché l’obiettivo non è quello di avere 10mila euro per pagare un viaggio adesso. Ma è, alla fine, di avere un premio di 80 milioni di euro. Questa è la posta in gioco”.

“E allora, creare delle difficoltà rispetto all’obiettivo, perché uno non ha avuto 10mila euro mi sembra stupido, semplicemente stupido. – prosegue Massimo D’Alema – Non appena noi avremo questi contratti, divideremo tutto. Sarà diviso tutto, questo non è un problema. Però mi sembra che non dobbiamo creare difficoltà per l’obiettivo principale che è raggiungere il contratto tra le società italiane e il governo colombiano. Quello è il premio importante, non il rimborso spese”, conclude.

Massimo D’Alema all’interno della sede della stampa estera pre la presentazione dei candidati di “Liberi e Uguali”, 30 gennaio 2018 a Roma. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

“Io ho cercato di dare una mano a imprese italiane per prendere una commessa importante. – spiega invece oggi, intervistato da Repubblica – Ero stato contattato da personalità colombiane che si erano dette disposte a sostenere questa ipotesi. Evidentemente a qualcuno dava fastidio ed è intervenuto per impedirlo. Sia il governo sia l’ambasciata colombiana erano stati chiaramente avvertiti di tutto. Trovo incredibile come sia facile reclutare in Italia qualcuno disponibile a danneggiare il nostro Paese”.

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