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Arrestata Lara Comi, ex eurodeputata Forza Italia accusata di tangenti

Arrestata l’ex eurodeputata di Forza Italia Lara Comi. Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, coi colleghi di Busto Arsizio, ha arrestato lei, l’ad dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni e il dg di Afol Metropolitana Giuseppe Zingale. A partire da un filone dell’indagine denominata “Mensa dei Poveri”, l’ordinanza è stata firmata dal gip Raffaella Mascarino. Accuse, a vario titolo, di corruzione, finanziamento illecito e truffa. L’operazione è un nuovo filone della maxi indagine che il 7 maggio portò a 43 misure cautelari eseguite, tra gli altri, nei confronti dell’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello, del consigliere lombardo ‘azzurro’ Fabio Altitonante e dell’allora candidato alle Europee e consigliere comunale in quota FI Pietro Tatarella.

Sono state proprio le dichiarazioni ai pm di Caianiello, presunto “burattinaio” del sistema e interrogato molte volte nei mesi scorsi, a confermare un quadro accusatorio già emerso dai primi racconti di imprenditori e indagati in Procura dopo il blitz. Lara Comi risponde di tre vicende. La prima riguarda due contratti di consulenza ricevuti dalla sua società, la Premium Consulting Srl, con sede a Pietra Ligure (Savona), da parte di Afol e, in particolare, dal dg Zingale, “dietro promessa di retrocessione di una quota parte agli stessi Caianiello e Zingale”, come riportato negli atti depositati nella tranche principale. Circostanza messa a verbale da Maria Teresa Bergamaschi, avvocato e stretta collaboratrice dell’ex eurodeputata in un interrogatorio del 14 maggio: “Il 15 dicembre 2018 mi arrivò un messaggio di Lara Comi (…) mi scriveva ‘Zingale vorrà un regalo di Natale'”.

L’esponente di FI è accusata anche di aver ricevuto un finanziamento illecito da 31 mila euro dall’industriale bresciano titolare della Omr holding e presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti. Il versamento sarebbe stato effettuato in vista delle ultime elezioni europee e per una consulenza basata su una tesi di laurea scaricabile dal web dal titolo “Made in Italy: un brand da valorizzare e da internazionalizzare per aumentare la competitività delle piccole aziende di torrefazione di caffè”. Nel terzo episodio (truffa aggravata al Parlamento europeo) è coinvolto anche il giornalista Andrea Aliverti, che collaborava con Comi come addetto stampa, con compenso di mille euro al mese, rimborsati dall’Europarlamento.

Repubblica racconta in un articolo a firma di Sandro De Riccardis gli affari di Lara Comi: nei verbali depositati lo scorso 30 settembre con l’atto di chiusura dell’inchiesta “Mensa dei poveri” (in cui Comi è indagata per corruzione e finanziamento illecito), sono almeno tre gli imprenditori che raccontano ai pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri l’attivismo della ex parlamentare di Forza Italia, che per queste vicende non risulta comunque indagata.

 

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