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“Arrestato in Italia”. Sabotaggio Nord Stream, chi è il presunto responsabile e perché farà molto discutere

Un cittadino ucraino sospettato di essere coinvolto nelle esplosioni del 2022 che hanno danneggiato i gasdotti Nord Stream è stato arrestato in Italia, secondo quanto comunicato dai pubblici ministeri tedeschi. L’arresto è avvenuto nella provincia di Rimini durante un’operazione congiunta tra le forze dell’ordine italiane e il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia.

L’uomo, identificato come Serhii K., è stato fermato nella notte del 21 agosto dai Carabinieri di Misano Adriatico, su mandato di arresto europeo emesso dalla Procura federale tedesca il 18 agosto. Le indagini indicano che lui e alcuni complici sarebbero partiti da Rostock, città sulla costa nord-orientale della Germania, a bordo di uno yacht noleggiato con documenti falsi.

Le esplosioni, avvenute nel settembre 2022, hanno causato gravi danni ai gasdotti Nord Stream 1 e 2, segnando una significativa escalation nel contesto della guerra in Ucraina. L’attacco ha avuto ripercussioni sulla crisi energetica europea, con un aumento dei prezzi del gas e un acceso scambio di accuse internazionali, senza che nessuna parte abbia rivendicato la responsabilità.

Il sistema Nord Stream e la sua importanza strategica

Il Nord Stream è un complesso di gasdotti sottomarini che trasporta gas naturale dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico. Il primo tronco, Nord Stream 1, operativo dal 2011, ha una capacità di circa 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno, rappresentando un’infrastruttura energetica fondamentale per l’Europa.

Il progetto, sviluppato da Gazprom in collaborazione con società europee, è stato oggetto di controversie geopolitiche fin dall’inizio. Mentre la Germania lo considerava cruciale per la propria sicurezza energetica, altri Paesi europei e gli Stati Uniti temevano un’eccessiva dipendenza energetica dalla Russia.

Il Nord Stream 2, completato ma mai entrato in esercizio per le tensioni conseguenti all’invasione russa dell’Ucraina, avrebbe raddoppiato la capacità di trasporto. Le esplosioni del settembre 2022 hanno compromesso gravemente entrambe le linee, interrompendone l’operatività e aprendo un complesso scenario investigativo a livello internazionale.

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