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E card fu: reddito, arrivano le tessere. Ecco come funzionano (e quando arriveranno alle famiglie)

La chiama “la Numero 1”, un po’ come faceva Paperon de’ Paperoni con la prima moneta finita nel suo celebre deposito. Luigi Di Maio ha presentato così, su Facebook, la prima tessera stampata per i beneficiari del reddito di cittadinanza, presentata attraverso i social agli italiani. Si tratta, visivamente, di una semplice tessera molto simile a una Poste Pay, di colore giallo, che come spiegato dal leader del Movimento non deve essere riconoscibile e non riporta alcuna dicitura che faccia comprendere che si tratti della card per erogare il reddito.

Oltre alla tessera, Di Maio ha annunciato anche il portale www.redditodicittadinanza.gov.it. La nuova card verrà stampata da Poste, come annunciato negli scorsi mesi, e potrà essere utilizzata per gli acquisti da effettuare direttamente tramite carta ma anche per prelevare fino a 100 euro al mese. Questa è la cifra per un beneficiario del reddito single: la somma può aumentare in base al coefficiente familiare, raggiungendo i 210 euro in caso di nucleo numeroso, composto quindi da più persone. Gli altri soldi vanno tassativamente spesi attraverso la card.
Ogni famiglia riceverà la card il mese successivo rispetto a quello di presentazione della domanda. Le prime dovrebbero quindi arrivare ad aprile, essendo possibile richiedere il reddito a partire dal 6 marzo. Ogni famiglia ne riceverà una, almeno per il 2019. Dal 2020, invece, cambierà la modalità: ogni componente maggiorenne della famiglia riceverà la sua tessera, con all’interno la cifra già suddivisa in base proporzionale rispetto al totale dei componenti del nucleo. La cifra mensile va spesa per intero, pena la riduzione dell’importo del 20% nel mese successivo, fino ad arrivare ad uno azzeramento nel giro di sei mesi.La tessera è anonima, ha spiegato Di Maio, perché “non vogliamo che ci siano discriminazioni, quindi abbiamo lavorato con Poste Pay con tempi record, per fare in modo che chi accede a un programma non debba essere discriminato, riconosciuto, proprio perché questo è uno Stato che sta compiendo una rivoluzione per il mondo del lavoro e sta diventando un amico per i cittadini”.

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