Mentre il mondo è alla disperata ricerca di un vaccino per contrastare il coronavirus e mettere fine a una pandemia che tiene ancora il mondo in ginocchio, negli Stati Uniti a infuriare è la polemica legata alla difficoltà nel reperire campioni di sangue prelevati da pazienti rimasti contagiati dal SARS-CoV-2. Uno strumento prezioso per muoversi verso una soluzione definitiva, la cui carenza rischia di trasformarsi in un pesante ostacolo. E purtroppo, come troppo spesso accade in questi casi, non manca chi si approfitta del momento drammatico.
Stando ai documenti, alle e-mail e ai prezzi di listino ottenuti dal New York Times, la Cantor BioConnect, una “società californiana di intermediazione tra produttori e di raccolta di campioni e tessuti clinici rari per la ricerca scientifica e per lo sviluppo e la validazione dei prodotti”, dal 31 marzo al 22 aprile 2020 avrebbe aumentato del 40% i prezzi di vendita dei campioni di sangue raccolti dai pazienti positivi al SARS-CoV-2. La maggiore richiesta di campioni, stando a quanto riferito dalla stessa Cantor BioConnect, sarebbe arrivata prevalentemente dai laboratori statunitensi, ma non mancano le richieste dall’Oriente e dall’Europa.
Se per i campioni più economici il prezzo si aggirerebbe sui 500 dollari per millilitro di sangue, si è arrivati a pagare anche 3 mila dollari un campione ematico contenente il virus. Un insieme di 3 donazioni, poi, ha raggiunto la cifra di vendita di 40 mila dollari. L’azienda californiana si è giustificata sostenendo che si trattasse di un panel molto raro, visto l’alto margine di anticorpi nel sangue presenti. Una vicenda che ha colpito molto, ovviamente, l’opinione pubblica e scatenato feroci polemiche.Di Matteo attacca Bonafede: “Scartato dal Dap per volontà dei boss mafiosi”