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Caos AstraZeneca, quelli che massacrarono Conte stanno zitti con Draghi. Perché?

Cosa sarebbe successo se tutto il caso Astrazeneca – compresa la tragica morte di Camilla Canepa a 18 anni – fosse accaduto sotto il governo Conte? Se lo chiede in un’interessante analisi pubblicata su Tpi Lara Tomasetta, la quale ragiona così: “La levata di scudi da parte dei virologi sull’uso di AstraZeneca nei giovani è giunta. Forse troppo tardi. Ma nell’epoca dello strillio perenne, anche le voci più autorevoli e attendibili sono sfumate nel calderone. Ma non era questo il momento di abbassare la guardia. Anche se in Italia il vaccino di AstraZeneca è ‘già preferenzialmente raccomandato per i soggetti sopra i 60 anni di età’, come ha ricordato il coordinatore del Cts Franco Locatelli, molte Regioni si sono mosse in ordine sparso, e continuano a farlo”. (Continua a leggere dopo la foto)

Dunque abbiamo un’altra morte sospetta. Abbiamo un prima sì poi no all’utilizzo di Astrazeneca, abbiamo le Regioni che procedono in ordine sparso e una comunicazione pessima sulla possibilità di fare il “mix” di vaccini con il richiamo. Tutti, però, stanno zitti. Conte fu “crocifisso” per molto meno. “Nella corsa all’immunità di gregge – scrive Tomasetta – chi si è assunto la responsabilità di valutare i costi-benefici delle somministrazioni dei vaccini a vettore virale nei giovani? Le Regioni? E dietro quale parere scientifico? E su quali basi statistiche? Le basi statistiche erano corrispondenti allo stato attuale della diffusione del virus oggi? E il Governo poteva/doveva intervenire?”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il Governo aveva ed ha tutto il potere decisionale per imporre un’unica strategia. “Tocca quindi domandarsi se dal 7 aprile a oggi, il rapporto beneficio-rischio non fosse notevolmente cambiato in funzione della minor diffusione del virus e della maggiore disponibilità di vaccini alternativi ad AstraZeneca. Non è e non sarà mai il momento dello sciacallaggio sul caso di Camilla Canepa, ma indagare i processi decisionali è necessario se non doveroso. La confusione è evidente e l’intera gestione della distribuzione del vaccino sviluppato dall’Università di Oxford non ha mai brillato per trasparenza”. (Continua a leggere dopo la foto)

Conclude Tomasetta: “Nessuno chiede e chiederà mai di attaccare il governo o il premier Draghi con una pletora di insulti, ma che qualcuno dei nostri politici o delle istituzioni alzi educatamente il dito per chiedere “perché?”, “chi?”, “quando?” potrebbe ricondurci sulla via di un sano dibattito volto a proteggere i cittadini. Soltanto a gennaio scorso, l’ex premier Conte non è stato risparmiato da aspre critiche per la gestione degli accordi con le multinazionali farmaceutiche per l’approvvigionamento dei vaccini. Forza Italia invocava persino il Copasir per indagare sui presunti mancati accordi sui brevetti. E nell’attuale silenzio assordante della politica che non domanda e non pretende, viene purtroppo semplice pensare che se al posto di Draghi ci fosse stato ancora Giuseppe Conte, avremmo quasi certamente assistito a una crocifissione, almeno da parte di alcuni partiti che al tempo occupavano i banchi dell’opposizione”.

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