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Attanasio e il giallo dell’auto blindata: ne aveva ordinata una, temeva per la sua sicurezza

Emergono nuovi particolari sull’uccisione dell’ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio, dell’autista e di un carabiniere della scorta. Un articolo esclusivo pubblicato LEspresso rivela che l’ambasciatore attendeva a breve la consegna di un’auto blindata che lui stesso aveva acquistato a inizio anno. Temeva quindi per la sua incolumità? Sembra proprio di sì. Lo scorso 8 gennaio Attanasio aveva firmato la determina che concludeva l’iter di una gara di appalto per acquistare un mezzo blindato Vrs6 da sette posti a sedere. (Continua a leggere dopo la foto)

Nell’articolo di evidenzia anche che la gara era stata vinta da una ditta brianzola al costo di 205 mila euro. A metà febbraio erano scaduti i 35 giorni per presentare eventuali ricorsi alla gara e a breve l’auto blindata sarebbe stata consegnata. Purtroppo l’attentato è arrivato prima. Sull’attacco che ha coinvolto l’ambasciatore e gli altri componenti del convoglio le certezze sono ancora decisamente poche, una prima ipotesi, che è poi quella formulata dalla Procura di Roma, sembra prendere forma. (Continua a leggere dopo la foto)

Il convoglio delle Nazioni Unite era stato venduto a una delle 120 milizie in armi. Alle 23 di martedì 23 febbraio, l’aereo militare con salme di Luca Attanasio e di Vittorio Iacovacci, carabiniere di scorta, è atterrato a Ciampino. Sull’aereo viaggiavano anche la moglie e le tre figlie dell’ambasciatore, che con lui vivevano a Kinshasa, e alcuni dei congiunti del carabiniere, che erano partiti appositamente da Sonnino (Latina) per assolvere a questo compito doloroso. (Continua a leggere dopo la foto)

Ad accogliere sulla pista i due feretri un picchetto militare interforze, composto anche da carabinieri del 13^ reggimento Friuli Venezia Giulia, che fa parte della seconda Brigata mobile dell’Arma, di cui Iacovacci era componente. Presenti ai bordi della pista il presidente del Consiglio Mario Draghi, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, oltre al comandante generale dell’Arma dei carabinieri e ai comandanti delle altre forze armate.

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