Vai al contenuto

Autonomia, governo spaccato: gli alleati frenano Calderoli

Autonomia differenziata ancora in alto mare e testo del disegno di legge ancora lontano dall’essere approvato in Consiglio dei ministri. È questa la situazione di stallo che deve affrontare il governo Meloni che si mostra spaccato sul tema tanto caro alla Lega di Matteo Salvini. Il vertice tecnico previsto per oggi è saltato e anche la presentazione del ddl in Cdm slitta a data da destinarsi. Eppure il ministro degli Affari regionali, Roberto Calderoli, domenica scorsa annunciava la presentazione del ddl sull’autonomia differenziata di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna “già nel prossimo Cdm”. >>>>> Autonomia, Carfagna e Gelmini contro Calderoli: “Inadeguato, proposta provocatoria”

Autonomia differenziata, governo spaccato sul ddl Calderoli
Autonomia differenziata, governo spaccato sul ddl Calderoli

Scontro interno al governo sull’autonomia differenziata

Ma è bastata una sola telefonata da Palazzo Chigi per calmare i bollenti spiriti del ministro. “Non corriamo troppo, occorrono prima dei passaggi tecnici e al massimo possiamo discuterne in un pre Cdm, ma non questa settimana”, si è sentito dire Calderoli da qualche fedelissimo di Giorgia Meloni. Insomma, nessuna chiusura definitiva sull’autonomia differenziata, ma una carta lasciata alla Lega da giocarsi nelle prossime elezioni Regionali di Lazio e Lombardia.

“Ho appena finito di scrivere il testo che recepisce le indicazioni emerse nel tavolo tecnico con i vari ministeri e nel vertice politico dei giorni scorsi. – affermava sicuro di sé Calderoli domenica scorsa nel corso di una intervista a L’Unione sarda – Penso che la prossima settimana il disegno di legge possa andare in Consiglio dei ministri per l’esame preliminare. Nel nuovo ddl si supera il criterio della spesa storica. Ora ci saranno tutti i passaggi parlamentari e gli altri costituzionalmente previsti”. Il riferimento del leghista era al vertice di qualche giorno fa tra il premier Meloni, i suoi vice Matteo Salvini e Antonio Tajani, il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Raffaele Fitto e Francesco Lollobrigida.

Il passo indietro di Calderoli

Da quanto si capisce, dunque, l’intesa politica sull’autonomia differenziata era stata trovata nel governo con lo scopo principale di dare una spinta al centrodestra alle prossime Regionali lombarde. Ma Calderoli avrebbe fatto un passo più lungo della gamba rilasciando dichiarazioni troppo forti. Parole del ministro salviniano che, oltre a provocare la reazione rabbiosa delle opposizioni di Pd e Terzo Polo, hanno mandato in fibrillazione la stessa maggioranza di centrodestra. Una mezza rivolta è scoppiata in Forza Italia, dove soprattutto i deputati del Sud si sono messi di traverso. Forti mal di pancia anche dentro Fratelli d’Italia che ha il suo maggiore bacino elettorale proprio al Centro-Sud.

Pressioni della maggioranza che hanno convinto Calderoli a tornare in parte sui suoi passi. “La riunione tecnica sull’autonomia che si era prospettata, l’abbiamo già fatta la settimana scorsa. – dichiara nella serata di ieri il ministro – Ci siamo portati avanti. Può darsi che ci saranno altre riunioni tecniche. In ogni caso, dopo le riunioni tecniche, chiederò di sottoporre la mia proposta al pre Consiglio. Poi, il calendario dei Consigli dei ministri lo fa il presidente del Consiglio”. >>>>> Autonomia, Meloni avverte la Lega: “Nessuno resterà indietro”