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Autorizzate le trivellazioni nello Ionio: scoppia un altro caso a 5Stelle. Emiliano insorge

Via libera alle trivellazioni per la ricerca del petrolio nel mar Ionio. Un’altra grana per quel Movimento 5Stelle che si batteva contro le trivelle e che oggi, però, è al governo. E quindi ecco che, puntuale, scoppia un altro caso, come per la Tav o per il Tap. Anche stavolta la colpa “è del governo precedente”, ma non tutto è così semplice come vogliono far sembrare. “Da quando sono ministro non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare il nostro Paese e i nostri mari e mai lo farò”, ha fatto sapere il titolare dell’Ambiente, Sergio Costa, annunciando di essere al lavoro per inserire nel decreto Semplificazioni una norma per lo stop a 40 permessi pendenti.

“Non sono diventato ministro dell’Ambiente per riportare l’Italia al Medioevo economico e ambientale. Anche se arrivasse un parere positivo della commissione Via, non sarebbe automaticamente una autorizzazione. I permessi in questi giorni dal Mise sono purtroppo il compimento amministrativo obbligato di un sì dato dal ministero dell’Ambiente del precedente governo”.

Stessa linea dal ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, che dice: “Queste ‘ricerche di idrocarburi’ (che non sono trivellazioni) erano state autorizzate dal Governo precedente e in particolare dal Ministero dell’Ambiente del Ministro Galletti che aveva dato una Valutazione di Impatto Ambientale favorevole. A dicembre, un funzionario del mio ministero ha semplicemente sancito quello che aveva deciso il vecchio Governo. Non poteva fare altrimenti, perché altrimenti avrebbe commesso un reato. Ma faremo di tutto per bloccare le trivellazioni”.

A sollevare il caso era stato ieri Angelo Bonelli, dei Verdi, accusando: “Il ministero dello Sviluppo ha dato il via libera alle trivelle per la ricerca del petrolio nel mar Ionio. La ricerca autorizza l’uso dell’air gun, le bombe d’aria e sonore, che provocano danni ai fondali e alla fauna ittica: è il regalo di Luigi Di Maio alla Puglia e alla Basilicata dopo Ilva e le autorizzazioni alla Shell rilasciate dal Ministero dell’Ambiente”.

Sulla vicenda è intervenuto il governatore pugliese Michele Emiliano: “È insopportabile la bieca ipocrisia di chi, dopo aver finto di lottare al nostro fianco, appena giunto al Governo del Paese anche grazie ai tanti elettori sensibili a questo argomento, ora assume le medesime condotte dei governi precedenti che si volevano contrastare con la richiesta di referendum antitrivelle. Noi impugneremo le nuove autorizzazioni rilasciate dal Mise a cercare idrocarburi nel mar Ionio. Ci siamo sempre battuti in difesa del nostro mare, e continueremo a farlo”.

Il governatore pugliese continua: “Avrebbero potuto bloccare nel programma di governo e quindi nella legge finanziaria tutte le ricerche petrolifere in Italia, come avevamo sempre detto di voler fare. La Regione Puglia difenderà il suo mare in ogni sede e con tutti i mezzi disponibili”. Anche Bonelli torna ad attaccare: “Il ministro Costa si arrampica sugli specchi. Dice di non aver mai firmato atti che autorizzano le trivellazioni ma non dice che i suoi uffici invece hanno dato pareri positivi per le trivellazioni in Adriatico e ultimo alla Shell nell’area del parco di Lagonegrese”.

 

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