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“Fanno male alla schiena”, e in Veneto i banchi a rotelle finiscono negli scantinati delle scuole

La ministra dell’Istruzione Azzolina li aveva voluti tanto. Il supercomissario Arcuri allora l’ha accontentata: e così milioni e milioni di euro sono finiti nell’acquisto degli ormai noti banchi a rotelle. Ma non c’è pace per loro. Sin dal primo momento tutti hanno contestato la scelta illogica di banchi con le rotelle per facilitare il distanziamento. E tutti hanno indicato in questo acquisto uno spreco intollerabile di risorse: ne sono stati comprati 430 mila per un costo totale di 119 milioni di euro. Circa 280 euro l’ uno, contro i 100 euro di un banco tradizionale che, stando fermo, avrebbe davvero permesso un più facile mantenimento del distanziamento tra i banchi come prevedono le norme anti-Covid. Ma adesso si aggiunge un altro capitolo a questa folle saga azzoliniana. Finiti al centro di un’indagine della Corte dei conti e della Guardia di finanza, sbeffeggiati in Rete insieme alla ministra Azzolina, ora si scopre che in Veneto non saranno utilizzati perché fanno venire il mal di schiena agli studenti.

A darne notizia è l’assessore regionale all’ Istruzione Elena Donazzan, all’indomani di una riunione con le sigle sindacali, l’assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti, la direttrice dell’ Ufficio Scolastico regionale Carmela Palumbo e la Prefettura di Venezia, convocata in vista del ritorno in classe dei ragazzi delle superiori. “Abbiamo tutti convenuto che in questo momento delicatissimo di ripartenza, ci sia bisogno di serenità, soprattutto per le famiglie interessate, di informazioni univoche e certe, evitando continue altalene e cambi repentini di rotta, in particolare a livello centrale”, ha detto Donazzan.

“Le parole devono essere concrete e utili come lo devono essere i fatti. Bocciamo pertanto interventi assurdi e poco salutari come lo sono stati i banchi con le rotelle che, come è emerso nella riunione, sono stati ritirati dai plessi scolastici in cui erano stati introdotti perché erano causa di mal di schiena”, ha aggiunto. Il problema è stato sollevato da Daniela Avanzi, segretario dello Snals, che ha riferito come specie nelle scuole medie i banchi a rotelle avrebbero provocato “problemi posturali” agli alunni, probabilmente perché questi ultimi sono ancora troppo piccoli per adattarsi a delle sedute originariamente concepite per gli adulti e, come è stato detto durante la riunione, “impropriamente riutilizzati” come banchi per la scuola.

Che se ne sia parlato, tra i molti altri guai della ripartenza (dagli ingressi scaglionati alla disponibilità di mezzi pubblici, dagli spazi nei plessi alla cronica carenza di personale) lo confermano anche Marta Viotto della Cgil e la direttrice dell’ Ufficio scolastico Carmela Palumbo, che tiene però a precisare di non avere l’esatta dimensione del fenomeno: “In Veneto sono stati distribuiti circa 9 mila banchi di questo tipo, so che alcuni dirigenti li hanno ritirati ma non so in che quantità”. A leggere le cronache delle ultime settimane, sono molti i presidi che hanno denunciato pubblicamente la scarsa funzionalità dei banchi finiti sotto accusa, difesi però fino all’ultimo dalla ministra Azzolina.

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