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Balneari, il Consiglio di Stato boccia il governo Meloni

Consiglio stato balneari Meloni

Il Consiglio di Stato, massimo organo consultivo del governo italiano, ha emesso una sentenza che ribadisce la necessità di rispettare le norme comunitarie in materia di concessioni demaniali marittime. In particolare, il Consiglio di Stato ha bocciato le norme inserite nel decreto Milleproroghe, diventato legge, che prevedevano la possibilità di prorogare le concessioni fino al 31 dicembre 2024, e anche oltre per “ragioni oggettive”.

Secondo il Consiglio di Stato, la proroga automatica delle concessioni è in contrasto con la direttiva Bolkestein dell’Unione Europea, che mira a favorire la concorrenza in settori economici dove i beni sono scarsi, come il demanio marittimo delle spiagge italiane. La sentenza del Consiglio di Stato, depositata il 2 marzo, afferma che tutte le concessioni demaniali marittime devono scadere il 31 dicembre di quest’anno e che devono essere messe a gara.

Il Consiglio di Stato aveva già emesso due sentenze nel 2021 sulla stessa questione, ma questa nuova sentenza sembra essere ancora più netta e categorica. Non solo le norme della legge di bilancio del 2019 del governo Conte che allungavano le concessioni al 2033, ma anche le nuove norme del Milleproroghe del governo Meloni vanno disapplicate da qualunque organo dello Stato perché contrarie alla direttiva UE.

La sentenza del Consiglio di Stato è stata emessa in seguito al ricorso presentato dal Comune di Manduria, che aveva prorogato tutte le concessioni demaniali marittime fino al 2033. Tuttavia, il Consiglio di Stato ha ribadito che la proroga automatica delle concessioni è in contrasto con la normativa europea e, pertanto, va disapplicata da qualunque organo dello Stato.

Questa sentenza rappresenta un duro colpo per le società balneari che avevano sperato in una proroga delle concessioni demaniali marittime. Allo stesso tempo, però, la sentenza del Consiglio di Stato conferma la necessità di rispettare la normativa europea e di favorire la concorrenza in un settore così importante per l’economia del nostro Paese.