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Bamboccioni, in Italia i giovani lasciano la casa d’origine intorno ai 30 anni: uno su due ancora a casa con mamma e papà

Alla ricerca di un contratto di lavoro che possa garantire una certa solidità nel futuro: è la società in cui stanno vivendo oggigiorno i giovani in Italia, nella quale viene sempre meno la scelta di lasciare la casa d’origine condivisa con i genitori per affrontare da soli il peso di un affitto o un mutuo mensile. Anche conosciuti come “bamboccioni” perché lasciavano il nido più tardi rispetto ai coetanei europei, i giovani italiani tendono a lasciare la casa dei propri genitori intorno ai 30 anni (più precisamente 30,1), rispetto alla media europea di 26 anni. A dirlo è un sondaggio di Eurostat che, analizzando dei dati del 2017, prende in considerazione una fascia di età fra i 25 e i 34 anni nei 28 Paesi dell’Unione europea per scoprire chi abbandona la casa d’origine più tardi. Il 49,3% dei giovani italiani vive ancora con i genitori e in media esce di casa solo dopo i 30 anni, mentre nel resto dei Paesi Ue in genere ciò avviene intorno ai 26 anni, per cui solo il 28,5% dei giovani, uno su quattro, sta sotto lo stesso tetto di mamma e papà.

Insomma che sia perché è difficile trovare lavoro e rendersi indipendenti, o perché è la soluzione più comoda, fatto sta che in Italia i giovani sembrerebbe meritare lo stereotipo di “eterni mammoni”, anche se nel vecchio continente è arrivato chi ci batte: in Grecia, infatti, il 56,3% dei giovani vive ancora con i genitori, in Slovacchia il 57% e in Croazia, ultima nella classifica, addirittura il 59,7%. Tra i big europei solo la Spagna si avvicina al dato registrato in Italia, con il 42,8% dei giovani ancora nella casa del padre e della madre. In Germania invece la quota scende al 17,3%, nel Regno Unito al 14,9% e in Francia al 13,5%. I giovani tedeschi e francesi vanno via di casa intorno ai 23,7 anni, mentre gli inglesi a 24,7 anni.
***I precoci in Ue sono invece i giovani nordici, dove in Svezia solo il 6% vive ancora con i genitori, e in genere lascia la casa d’origine a 18,5 anni, mentre in Finlandia il 4,7% si trova con mamma e papà, per andarsene in media a 22 anni. In Danimarca, che si piazza in cima alla classifica, solo il 3,2% sta con i propri genitori e decide di vivere da solo a 21,1 anni.
Secondo quanto riporta Eurostat, in quasi tutti gli Stati membri le giovani donne tendono a lasciare la famiglia dei genitori prima degli uomini: in Italia nel 2016 gli uomini che vivevano con i genitori erano il 57,2% contro il 40,3% delle donne. Nel 2017 si è passato ad un 57,9 maschile di fronte al 40,6% femminile. Questa attitudine si riconferma in quasi tutto il resto d’Europa, ad eccezione della Svezia per cui le ragazze lasciano la casa dei genitori a 18,5 anni mentre i coetanei maschi vanno a vivere da soli a 18,4 anni. Il gap maggiore nella tendenza, confrontando i due sessi, si registra in Romania, in cui le donne lasciano il nido a 25,6 anni mentre gli uomini a 30,5, in Bulgaria (27,5 contro 31,7) in Croazia (30 contro 33,6), in Ungheria (25,8 contro 28,3), in Polonia (26,3 contro 28,8), in Slovacchia (29,7 contro 32,1) e in Lituania (24,5 contro 26,9).

 

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