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Banca Carige, l'ultimo tentativo per salvarla dalla retrocessione

Da qualche settimana le vicissitudini di Banca Carige tengono col fiato sospeso il mondo della finanza. Banca Carige è stata al centro di una serie di negoziazioni e attività non trasparenti, di conseguenza c’è il timore che gli investitori non siano stati tutelati. Perché?

Ci sono state una serie di iniziative a dir poco trasparenti, rivolte all’aumento del capitale, nel settore della vigilanza prudenziale.

Due giorni fa il titolo ha perso l’1%. All’inizio dell’anno i titoli di Banca Carige valevano 0, 396, oggi sono calati a 0,102 euro. In meno di dieci mesi ha perso quasi tre quarti della sua capitalizzazione.

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Christofferson Robb & Company

Il consiglio di amministrazione della banca si è riunito per concedere un’esclusiva al possibile acquirente Creditis, società di credito al consumo.

Per cercare di arginare la caduta repentina, banca Carige ha ricevuto tre offerte, tutte vincolanti e derivanti da fondi internazionali, sperando di intervenire in tempo.

banca-carigeIl fondo preso in considerazione come quello più probabile per il risanamento è il Crc, Christofferson Robb & Company, un hedge fund americano.

Nessuna delle banche che inizialmente avevano manifestato il loro interesse, come Banca Santander e Mediobanca,l’hanno spuntata, ritirando la propria offerta.

In tutto ciò la tutela degli investitori e degli azionisti viene guidata da Paolo Fiorentino, che intende vendere i diritti giacenti per gli azionisti che non hanno ancora dato indicazioni precise in merito.

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Malacalza punta su Fiorentino

Vittorio Malacalza, vicepresidente e principale azionista di Banca Carige, ha infatti scelto l’ex manager di Unicredit per cercare soluzioni efficaci al fine di risanare la terribile situazione nella quale la banca si trova attualmente.

Questo è l’ennesimo, eppure l’ultimo tentativo per cercare di salvare un istituto già sottopatrimonializzato. Eppure, precedentemente, Banca Carige era stata oggetto di ben due aumenti di capitale con lo scopo di non finire in una situazione nella quale si è comunque ritrovata.

Per quanto riguarda i diritti di opzione, questi potranno essere esercitabili fino al 6 dicembre, e potranno essere negoziati in Borsa fino al 30 novembre. Dal 1 dicembre i diritti potranno essere solo sottoscritti.

Intanto la famiglia Malacalza ha espresso più volte la ferma volontà di recuperare la propria posizione. Basterà per fermare la retrocessione?