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Bancomat, app e spese controllate. Tutti gli inghippi del reddito di cittadinanza

Circa 6,5 milioni di persone aspettano il reddito di cittadinanza. Non a caso è una delle misure più attese della legge di Bilancio e pilastro del contratto di governo dell’alleanza tra Lega e M5S. Per finanziare il reddito di cittadinanza è stato necessario alzare l’asticella del rapporto tra deficit e ricchezza prodotta fino al 2,4%, con una dotazione di 10 miliardi per il 2019, 11 miliardi per il 2020 e per il 2021, oltre a quelli già stanziati per il reddito di inclusione dal governo Gentiloni, che verrà assorbito dal nuovo sistema. Per l’erogazione dell’assegno sono stabiliti i tempi di massima: nel caso delle pensioni minime di cittadinanza saranno portate a 780 euro dal primo gennaio 2019, mentre i 780 euro del reddito di cittadinanza dovrebbero essere erogati a partire dall’inizio di aprile.

Il sussidio spetta al singolo componente del nucleo familiare: sale ad esempio a 1.630 euro in una famiglia con i genitori disoccupati e due figli. Ora, però, si inizia a parlare di come può essere speso il reddito: bancomat o borsellino digitale? Il governo punta a configurare il reddito di cittadinanza in uno strumento digitalizzato. La tesserina del Bancomat o una App con borsellino elettronico serviranno per effettuare le spese e gli acquisti utilizzando i 780 euro del sussidio.

Il viceministro dell’Economia, Laura Castelli, punta sulle tecnologie già esistenti e confida che in poche settimane le banche dati di Inps, centri per l’impiego, comuni e centri di formazione siano in condivisione. I tempi potrebbero essere più lunghi e il ricorso alla tecnologia digitale potrebbe rivelarsi meno agevole del previsto. Ad essere coinvolto nel compito di digitalizzare il reddito di cittadinanza è l’ex numero due di Amazon, Diego Piacentini, in veste di Commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale.

Sebbene il suo mandato biennale, a nominarlo è stato il governo Renzi, sia scaduto, il vicepremier Di Maio gli ha chiesto di avviare il lavoro di digitalizzazione nella fase iniziale (che scocciatura per Di Maio, costretto a confermare l’ennesima buona trovata del governo precedente), quella di identificazione dei potenziali destinatari. Piacentini a novembre rientrerà negli Stati Uniti, ma il suo team per la trasformazione digitale dovrà risolvere un po’ di questioni tecniche. E si sa che l’Italia in questo è lontana anni luce dal mondo civilizzato: basti pensare a che fine hanno fatto le carte di identità elettroniche e la card per la spesa delle persone meno abbienti…

Ricorrere, per esempio, all’utilizzo del bancomat esclude chi non è titolare di almeno un conto corrente bancario. Soprattutto al sud molti destinatari potrebbero esserne tagliati fuori, un limite che vale anche per l’App sul telefonino con un borsellino elettronico. Castelli indica inoltre che il reddito di cittadinanza dovrà finanziare solo alcune tipologie di acquisti interamente tracciati, il sistema dunque dovrà autorizzare un pagamento dopo avere verificato che, per esempio, in un negozio di elettrodomestici si sta acquistando uno scalda biberon e non, per esempio, un televisore al plasma.

Va insomma sviluppata una piattaforma di pagamenti dedicata ai beneficiari del reddito di cittadinanza. Servono, dunque, soldi, tempo e l’intervento di un operatore specializzato in servizi di pagamento. M5S e Lega, che non si è mai appassionata alla misura, non hanno ancora definito la platea dei beneficiari. Si parla per ora, genericamente, di persone sotto la soglia di povertà definita dall’Istat con un reddito mensile di 780 euro. Insomma, reddito di cittadinanza? “Lo scopriremo solo vivendo”, cantava Battisti.