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Bassetti: “Vaccino ai profughi ucraini? Ha fatto bene Draghi”

Sembrava che anche in Italia, così come in tutti gli altri Paesi europei, l’argomento pandemia fosse passato in secondo piano a causa della guerra scoppiata in Ucraina. Ma è proprio l’arrivo di decine di migliaia di profughi ucraini nel nostro Paese a riaccendere la polemica. Il presidente del Consiglio Mario Draghi mette in chiaro che le regole varranno anche per loro, costretti dunque a vaccinarsi contro il Covid o a sottoporsi ad un tampone ogni 48 ore. E l’infettivologo genovese Matteo Bassetti gli dà totalmente ragione.

Matteo Bassetti

“Sul fronte sanitario i profughi o fanno il tampone ogni 48 ore o accettano di vaccinarsi. – così Mario Draghi durante il question time alla Camera di mercoledì 9 marzo – Il dipartimento della protezione civile provvede alla ricognizione dei posti letto e al trasferimento pazienti. Inoltre per gli ucraini nei centri di prima accoglienza è prevista assistenza sanitaria, sociale, psicologica. Orientamento legale e corsi di lingua italiana. Nei centri sono previsti servizi anche finalizzati all’integrazione e alla formazione professionale”, conclude il premier.

“Ha fatto bene Draghi a precisare cosa va fatto per chi arriva dall’Ucraina. – commenta Bassetti raggiunto dalla Adnkronos – Sono persone che vanno aiutate dal punto di vista umanitario. Ma non possono prescindere dal sottoporsi alle regole che già seguono i cittadini italiani. Quindi: o tampone ogni 48 ore o la vaccinazione anti-Covid. Sperando che si vaccinino il prima possibile”.

“È una sorta di obbligo vaccinale. – ammette candidamente Matteo Bassetti – Ma è anche una posizione condivisibile e di massima cautela per salvaguardare la fase molto buona italiana rispetto al Covid. Mentre in Ucraina le cose non sono così buone anche dal punto di vista epidemiologico”, conclude lanciando l’allarme. Una dichiarazione quella di Draghi che fa comunque riflettere, visto che il termine dello stato di emergenza è fissato in Italia al 31 marzo. E considerato anche il fatto che, entro il 20 marzo, tutti i Paesi europei abbandoneranno green pass e vaccinazione obbligatoria.

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