Benedetta La Mattina, mamma di 40 anni, impiegata al call center Comdata a Palermo, è una delle più giovani pazienti finite in Terapia intensiva in Sicilia a causa del coronavirus. L’ultimo pensiero, prima di perdere i sensi, è stato per i suoi bambini: “Sono troppo piccoli per restare senza la mamma”. Poi Benedetta ha chiuso gli occhi e si è addormentata. Li ha riaperti otto giorni dopo, quando i medici l’hanno staccata dal respiratore: “Era l’8 aprile, Giovedì santo e cinquantesimo anniversario di nozze dei miei genitori. Adesso è anche il giorno della mia resurrezione”. Dopo un mese di ricovero, Benedetta è riuscita a vincere la sua battaglia contro la malattia che sta mettendo in ginocchio il Mondo intero: “Un grazie speciale – ha detto commossa la donna al quotidiano la Repubblica – va ai medici e agli infermieri della Rianimazione dell’ospedale di Partinico che mi hanno salvata e mi sono stati vicini come una vera famiglia”.
Dopo quattro giorni di ricovero, Benedetta peggiora. “Il casco sulla testa mi opprimeva, era come stare su un aereo, faticavo ad alzarmi”. La situazione precipita e viene trasferita in Terapia intensiva. “Abbiamo fatto tutti il tifo per lei – ha raccontato un rianimatore – i miei figli hanno la stessa età dei suoi”. Per otto giorni è rimasta in coma farmacologico. Poi il risveglio: “Avevo ancora tanta paura di morire. Mi sentivo senza forze, non riuscivo a mangiare né a parlare”. Appena ha riacceso lo smartphone, ha trovato un fiume di messaggi di amici e colleghi. La prima telefonata è stata con suo padre: “È la persona che mi è stata più vicina”. La seconda con il marito e i bambini: “Mi hanno chiesto dove ero stata e quando sarei tornata a casa”.
“La storia di questa giovane mamma – ha detto il direttore sanitario, Antonino Di Benedetto – ci ha colpito particolarmente. I pazienti che finiscono in Terapia intensiva per coronavirus hanno in genere un’età più alta. Nonostante non avesse problemi di salute particolari, ha avuto una forma molto aggressiva. La sua guarigione è una gioia per tutti e ripaga i sacrifici di chi lavora in questi reparti ad alto rischio. Molti non vedono i loro familiari da settimane per paura di contagiarli”.Ti potrebbe interessare anche: Morto a 38 anni l’epidemiologo Andrea Farioli: “Studiava il coronavirus, negli ultimi giorni era stanco”