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In ginocchio sotto gli occhi del mondo: il perché del gesto di Bergoglio

Una foto che ha fatto il giro del mondo, uno scatto potentissimo che emoziona, fa riflettere. Al centro della scena papa Bergoglio, inginocchiato. Davanti a lui i leader del Sud Sudan ai quali il pontefice bacia umilmente i piedi. Un’immagine forte, il gesto inatteso di un uomo che d’altronde, fin dal suo insediamento, non ha mai smesso di stupire i suoi stessi fedeli. Dietro quella scena così significativa, una storia di guerre e violenza, in un Paese che aveva trovato un delicato equilibrio che ora rischia di nuovo di spezzarsi. E al quale Francesco ha chiesto di non cedere ancora alla tentazione della violenza.

Il gesto di Bergoglio è infatti una preghiera affinché la guerra si fermi per sempre nello Stato africano. Un appello disperato che arriva da Santa Marta, dove le massime autorità religiose e politiche sudanesi erano riunite per iniziativa dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby. E alle quali il pontefice si è rivolto con il cuore in mano per chiedere di dire basta a una guerra civile che negli ultimi sei anni ha causato oltre 400mila morti, una strage. Per rendere più forte la sua richiesta, Francesco si è inginocchiato davanti al presidente Salva Kiir e ai vicepresidenti designati. Dopo aver conquistato l’indipendenza dal Sudan nel 2011, il Sud Sudan è stato dilaniato da un conflitto etnico tra le forze governative del presidente Kiir, di etnia dinka, e quelle dell’ex vicepresidente Machar, di etnia nuer, che ha tentato un colpo di Stato. Una guerra sanguinosa, che soltanto lo scorso settembre è sfociata in un accordo tra le due parti: con il Revitalised Agreement on the Resolution of Conflict in South Sudan (R-ARCSS), che entrerà in vigore il prossimo 12 maggio, sarà così formato un nuovo esecutivo di transizione in cui saranno rappresentate entrambe le parti che hanno portato al conflitto.Assieme al presidente Kiir e al vicepresidente Machar siederanno altri quattro vicepresidenti, rappresentanti di altrettante etnie. Gli accordi sono stati possibili grazie alla mediazione dell’Uganda e del Sudan ma proprio in quest’ultimo Paese è andato in scena di recente un colpo di Stato che rischia ora di minare anche l’equilibrio raggiunto a fatica in Sud Sudan. Eventualità che spaventa il Bergoglio che, a fatica, si è inginocchiato per baciare i piedi dei leader sudanesi, chiedendo loro di non buttare al vento quanto fatto.

“Voi avete avviato un processo – ha spiegato il papa – Che finisca bene. Ci saranno lotte tra voi, ma che queste restino dentro l’ufficio. Davanti al popolo le mani unite, così da semplici cittadini diventerete padri di nazioni. Permettetemi di chiederlo con il cuore, con i sentimenti più profondi”.

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