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“Berlusconi al Quirinale? È un candidato divisivo”: la lettura di Giuliano Urbani

Un Natale di grandi manovre in ottica Quirinale. Con Mario Draghi che ha prima avanzato la propria candidatura e poi fatto parzialmente retromarcia, almeno per ora. E con Silvio Berlusconi che continua a inseguire il suo sogno mai nascosto, quello di poter sedere un giorno al Colle, coronamento ideale della sua lunga carriera politica. Quali sono le reali chance del Cavaliere? Non poche secondo uno dei pioneri di Forza Italia, Giuliano Urbani, che alle pagine di Repubblica ha affrontato tanti temi, a partire dall’emergenza Covid: “Il miracolo, per me, l’hanno fatto Mattarella e Draghi, da febbraio, invertendo la tendenza precedente e rassicurando tutti, sul fronte interno e in Europa. Ora attenti al futuro. Perché il futuro può essere un ritorno all’altro ieri”.

“Dopo la ressa delle forze politiche che ha accompagnato la fine del governo Conte – ha spiegato Urbani – solo grazie all’autorevolezza di Mattarella e Draghi i partiti hanno fatto un passo indietro. E’ stato positivo. Di questi due personaggi straordinari, uno è in scadenza e l’altro è bene che rimanga dov’è. Il bis di Mattarella sarebbe la soluzione migliore. Ma il Presidente ha tutto il diritto di chiamarsi fuori. E trovarne uno simile a lui non è facile”.

Draghi si dice disponibile per il Colle? “Non so. Per me è meglio che rimanga al governo, altrimenti rischiamo di pesare di meno in Europa. Per quanto dotato di capacità e influenza, Draghi ricoprirebbe un ruolo con poterilimitati. E la seggiola accanto, quella del presidente del Consiglio, sarebbe magari impegnata da un presidente divisivo”. Un altro governo con stessa maggioranza e presidente diverso, insomma, non sembra strada percorribile: “Senza Draghi riprenderebbe la competizione fra i partiti. Si tornerebbe al voto”.

Infine, la candidatura di Berlusconi: “Ci sono due aspetti da valutare. Primo: l’aspirazione di Berlusconi è legittima? Io dico di sì. Beati monoculi in terra ceacorum . Non si può non riconoscere al Cavaliere che sia stato un innovatore: lo sta dimostrando ora, con l’insolito metodo dell’autocandidatura, lo ha mostrato in passato, nel bene e nel male. E’ stato interprete del bipolarismo, ha inventato un centrodestra che un po’ ha retto e un po’ ha fatto cilecca, ma è stata una novità importante. Però c’è il secondo aspetto. La capacità di ricoprire il ruolo. In questo momento storico al Paese serve una presidenza che unisce, non che divide. Come è stata quella di Mattarella. Berlusconi sarà capace di cambiare pelle? Ma soprattutto,gli altri lo accetteranno?”.

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