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Bimbi cresciuti nel bosco, interviene Meloni: decisione estrema, cosa succede

Un caso che richiama l’attenzione sulle condizioni di vita di tre minori in Abruzzo ha acceso un acceso dibattito istituzionale e sociale. La vicenda riguarda una famiglia che vive isolata in un casolare immerso nel verde, con le autorità che hanno deciso un intervento urgente per tutelare i bambini coinvolti.

Le condizioni dell’abitazione e le motivazioni dell’intervento giudiziario

Il Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha definito l’ambiente in cui crescevano i tre bambini, di 6 e 8 anni, come un luogo di grave pregiudizio. L’abitazione, un casolare privo di luce, acqua e finestre, è stata descritta come un rudere senza impianti né certificazioni di sicurezza. Questa situazione avrebbe esposto i minori a rischi concreti, quali sismi, incendi e problemi di salute dovuti all’umidità.

Famiglia vive in bosco, situazione abitativa critica

Oltre alle condizioni strutturali, il tribunale ha evidenziato come la famiglia avesse negato l’accesso agli assistenti sociali e rifiutato visite mediche fondamentali, arrivando a richiedere una somma di 50.000 euro per ogni figlio in cambio del consenso a tali controlli.

Isolamento sociale e questioni educative

Un altro elemento critico segnalato riguarda l’isolamento sociale dei bambini, che non avevano relazioni con coetanei e frequentavano un’istruzione parentale non riconosciuta ufficialmente. I giudici hanno sottolineato come la mancanza di contatti con il mondo esterno rappresenti un rischio per lo sviluppo sociale e relazionale dei minori.

La situazione è stata ulteriormente complicata da una recente esposizione mediatica, con i bambini protagonisti di un servizio televisivo che, secondo il tribunale, avrebbe violato il loro diritto alla riservatezza. I genitori sarebbero stati accusati di utilizzare i figli come strumenti di pressione.

Reazioni istituzionali e politiche

La vicenda ha attirato l’attenzione della Presidenza del Consiglio, con il premier Giorgia Meloni che avrebbe contattato il ministro della Giustizia Carlo Nordio per un approfondimento della situazione. Si ipotizza anche l’arrivo di ispettori per verificare le scelte adottate dal Tribunale.

Intervento politico sulla vicenda della famiglia in Abruzzo

Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha espresso una riflessione sul confine tra libertà familiare e intervento statale, sottolineando come la famiglia in questione non abbia commesso reati né abbandonato i figli ma stia comunque affrontando un trauma difficile.

Prospettive legali e la situazione attuale della famiglia

L’ordinanza del tribunale prevede la nomina di un tutore provvisorio e il coinvolgimento delle forze dell’ordine, con la possibile collaborazione delle autorità australiane e britanniche per rintracciare parenti disponibili a fornire supporto. La famiglia, tramite l’avvocato Giovanni Angelucci, ha annunciato una battaglia legale, contestando le accuse e affermando di possedere un certificato di abitabilità per il casolare.

Nel frattempo, il padre ha visitato i figli presso la comunità dove sono stati accolti, portando loro generi di prima necessità in un gesto che testimonia il peso emotivo della separazione.

Per approfondire: “Perché glieli abbiamo tolti”. Bimbi cresciuti nel bosco: si scopre la verità

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