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Come la burocrazia ha infranto il sogno americano di un birrificio di Como

L’America li avrebbe accolti a braccia (anzi, a boccali) aperte, ma l’Agenzia delle Dogane ha detto no: il Birrificio Italiano di Como ha pertanto dovuto sospendere la produzione della varietà Klanbarrique e riorganizzare la propria attività per cavilli burocratici. Anzi, per una diversa interpretazione delle norme da territorio a territorio da parte delle Dogane, con il risultato però di impedire la somministrazione della birra artigianale italiana nei locali a stelle e strisce, specie quelli del Maine e della California dove la bionda di Como andava alla grande. La vicenda, che ha dell’incredibile, la racconta il titolare del Birrificio Italiano, Agostino Arioli, su Facebook, per spiegare ai clienti perché non hanno ricevuto più la Klanbarrique.

“Non è stata una scelta dell’azienda, che aveva messo in moto il segmento dei birrifici artigianali, ma è scaturita paradossalmente da una buona notizia, ovvero il riassetto delle accise con riduzione del 40% – scrive -. Le recenti norme emanate dallo Stato Italiano riguardanti la possibilità di avvalersi delle riduzioni d’accisa per i birrifici artigianali con produzione inferiore a 10mila hl/anno lasciano a quanto pare un discreto margine d’interpretazione alle singole Agenzie delle Dogane. L’Agenzia di Como, sotto la cui competenza rientra il Birrificio Italiano, ha optato per una lettura della legge che ci obbliga a rivedere le modalità operative di molte delle nostre attività. Abbiamo provato ad insistere e spiegare, ma non è bastato”.

Per prima cosa, il Birrrificio Italiano ha dovuto rivedere il programma di tank conditioning con l’importatore americano BUnited, a cui la birra veniva spedita ancora in maturazione in tank refrigerati. In seguito veniva confezionata e distribuita fresca sul mercato americano. Uno stop che non ha interessato solo la produzione diretta in America, ma anche la lavorazione e il trasferimento delle altre varietà del prodotto. La barricaia della Klanbarrique è stata chiusa e la produzione si è spostata da Rovereto ai locali dell’Officina Alchemica di Limido Comasco. Bloccati anche i magazzini, dove è stato impossibile riportare la birra confezionata.

Artioli però è fiducioso e spera che entro un mese la Klanbarrique possa tornare a casa, sottolineando però l’amarezza di chi è costretto a cambiare il futuro e l’organizzazione della propria impresa a causa di interpretazioni diverse di una norma che sul territorio nazionale dovrebbe valere per tutti allo stesso modo. “Avevamo portato l’immagine della birra artigianale italiana in America – conclude Artioli nel suo sfogo social – . Dispiace oltretutto che da una norma positiva siano usciti contraccolpi inattesi. Andremo avanti con la ricerca e nel consolidamento della qualità. Continueremo a lavorare e divertirci qui a Limido Comasco”. Boccali in alto, dunque, ma stavolta veramente non c’è nulla da festeggiare.

 

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