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Boris Johnson choc: “Le famiglie inglesi si abituino a perdere dei loro cari”

Una frase scioccante, risuonata in tutto il mondo, quella pronunciata dal premier inglese Boris Johnson. L’uomo che già nei giorni scorsi aveva annunciato di voler ricorrere a limitazioni sulla falsariga di quelle adottate dall’Italia per evitare la diffusione del coronavirus, preferendo non bloccare l’economia inglese. E che nelle scorse ore ha confermato in sostanza le sue decisioni, ammettendo che il Paese si trova di fronte a una grave crisi, con i contagiati che potrebbero aver già toccato quota 10 000, utilizzando la sinistra frase “molte famiglie perderanno i loro cari”. 

Il premier, nel suo intervento da Downing Street, ha insistito che prendere misure “draconiane” non farebbe a suo dire grande differenza e potrebbe addirittura risultare controproducente. Londra, insomma, non ha alcuna intenzione di prendere esempio da Roma.  Il consiglio fondamentale contro il coronavirus resta quello di usare acqua e sapone. Chi ha sintomi è invitato a starsene a casa per una settimana, per il resto si va avanti come nulla fosse, senza chiusure e senza la dichiarazione dello stato di emergenza. In giro, non a caso, si vede pochissima gente con mascherine in viso.La frase di Johnson ha fatto il giro del mondo, capeggiando sulle prime pagine di tutti i giornali. Non mancano reazioni di elogio o almeno di rispetto per il controverso atteggiamento del premier, ma in molti sono stati particolarmente critici nel commentare il discorso. Il Times ha definito “solenne” il suo intervento, il Daily Mail ha parlato di parole “cupe”, ma “severe”, il filo-conservatore Daily Telegraph ha dato credito allo sforzo di rallentare il virus per ora attraverso misure solo intermedie. Tante altre testate, però, hanno accusato Johnson di essere irresponsabile, chiedendo di affrontare con molta più determinazione una situazione che potrebbe sfuggire di mano. E anche tra i cittadini, in molti hanno puntato il dito contro un premier che “gioca con la pelle nostra e dei nostri cari”.

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