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Bossi attacca Salvini: “Va a braccetto con l’estrema destra per qualche voto in più”

Umberto Bossi contro Matteo Salvini, a pochi giorni dalla svolta che ha visto il partito ora guidato dall’ex ministro dell’Interno cambiare per sempre faccia, dopo essersi liberato già in passato della parola “Nord” per diventare semplicemente “Lega” e puntare al consenso in ogni Regione italiana. Perdendo, però, quel radicamento territoriale che per il Senatùr era elemento fondamentale dell’avventura politica verde. “Il problema dell’autonomia del nord resta più aperto – ha spiegato Bossi in un’intervista a Repubblica – tanta gente mi viene a trovare dal Veneto e dalla Lombardia. Io cerco di convincerli a rimanere nella Lega”.

Bossi ha confessato di aver sofferto al momento di doversi iscrivere alla nuova formazione, quella “Lega per Salvini premier” in cui inizia si riconosce a fatica: “Una tessere nazionalista non fa per me. Ci sono tanti militanti che non approverebbero. Molti sono già andati via, attirati dal movimento Grande Nord di Roberto Bernardelli. L’esito delle Regionali? Con la linea nazionalista in Emilia non si poteva vincere. Bonaccini è stato bravo ad agganciarsi per tempo al treno di Lombardia e Veneto. Se trasferisci la Lega al Sud, poi diventa più difficile chiedere il voto in queste Regioni”.“Così si fa il gioco della Meloni – è l’accusa di Bossi a Salvini – più della metà degli elettori italiani vive sopra il Po. Se perdiamo questi è finita. La priorità è batterci per l’autonomia e per fare questo bisogna mantenere buoni rapporti anche con le sinistre, più sensibili sul tema di certe destre”. Poi la stoccata al nuovo leader del Carroccio sul fronte internazionale: “Salvini in Europa ha scelto l’estrema destra perché cercava una legittimazione. La Le Pen, i tedeschi di Alternative fur Deutschland, Orban… Quel genere di alleanze ti può aiutare momentaneamente a prendere qualche voto in più, poi però nessuno li vuole”.“Gli alleati ti servono per governare, se scegli l’estrema destra poi è difficile trovare qualcuno che faccia accordi con te”. La sconfitta in Emilia-Romagna “deve servire a riaprire il dibattito interno. La base del nord è in fermento, qualcuno deve darle voce. Se Salvini avesse vinto le elezioni sarebbe riuscito a tenere tutti assieme. Ma non è andata così”.

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