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Brexit, il parlamento affonda Theresa May. Bocciato l’accordo con UE

Brexit, il parlamento britannico affonda il piano di Theresa May. Con 432 no e 202 a favore, i Comuni come previsto non hanno dato il via libera all’accordo con l’Unione europea per l’uscita. Il leader laburista Jeremy Corbyn ha annunciato una mozione di sfiducia. Sono stati 118 i deputati conservatori ‘ribelli’ britannici che hanno votato contro la leader tory, mentre tre deputati laburisti hanno sfidato la linea del loro partito, appoggiando l’intesa.

Il voto per uscire dall’Europa è stato un errore storico per i britannici. Chi tre anni fa raccontava: “Sarà una passeggiata, andrà tutto bene” stava prendendo in giro gli inglesi e gli europei. In quei giorni – in Italia – gli unici due partiti che brindavano elogiando gli inglesi erano il Movimento 5 Stelle, alleato di Farage, e la Lega. Dicevano: “Dovremmo fare anche noi come i britannici”. Per fortuna non lo abbiamo fatto.

È stato il giorno più atteso e la notte più lunga per la Brexit, Theresa May e tutto il Regno Unito. Dopo tanti rinvii e polemiche, l’accordo della premier britannica con l’Europa per l’uscita dall’Ue è andato ai voti alla Camera dei Comuni britannica, senza molte speranze di passare. Quando qualche settimana fa ha superato la sfiducia del suo partito, oltre cento conservatori ribelli le votarono contro. “Stasera decideremo se andare avanti con l’accordo negoziato con i partner europei e porre le condizioni per un futuro migliore.”“È una responsabilità profonda per ciascuno di noi, è una decisione storica”, aveva detto Theresa May nel suo ultimo intervento ai Comuni. “Quali alternative abbiamo? O andare a un secondo referendum che poterebbe a ulteriori divisioni e direbbe al popolo che noi siamo stati eletti per servirlo e attuare la sua volontà ma non abbiamo voluto farlo, oppure possiamo uscire senza accordo ma non credo che questo sia quello che vuole il popolo”.

“Il popolo ha deciso di uscire dalla Ue ma di mantenere rapporti commerciali con l’unione ma senza accordo non ci sono intese commerciali e l’incertezza danneggerà le nostre imprese”. Duro l’intervento del leader laburista Jeremy Corbyn: l’accordo di ritiro è “uno sconsiderato salto nel buio”, è “cattivo per economia, democrazia e per il Paese”.

Le “rassicurazioni” arrivate ieri da Bruxelles sul cosiddetto “backstop temporaneo” (cioè il regime temporaneo dell’Irlanda del Nord in una sorta di mercato comune europeo e la Gran Bretagna nell’unione doganale Ue fino a quando non verrà trovata una soluzione definitiva sul confine irlandese) serviranno a poco. Tutti sanno che non avranno valore legale. E intanto il “remain”, cioè i britannici che vogliono restare in Ue, ora sono davvero tanti…

 

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