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Brexit, via alle trattative. Le preocupazioni delle imprese

Il primo grande strappo nella storia dell’Unione Europea, la Brexit, è ormai realtà. Con la firma della premier britannica Theresa May la Gran Bretagna ha formalizzato la richiesta di uscita dall’UE, in base all’articolo 50 del Trattato di Lisbona.
Con la firma prendono il via le trattative, la cui durata prevista è di almeno 2 anni, per stabilire le condizioni di uscita. Trattative che si preannunciano complesse vista la posta in gioco. In ballo ci sono temi come l’immigrazione e la libera circolazione delle persone, ma anche delle cose, con gli accordi commerciali e finanziari.
Intanto fra i primi effetti del processo Brexit c’è il nuovo referendum per l’indipendenza indetto dalla Scozia. Nella precedente consultazione, gli Scozzesi avevano detto no a una separazione dall’Inghilterra, anche in virtù della volontà di non rischiare un’uscita dall’Europa. Il voto del dopo Brexit rischia dunque di ribaltare il precedente risultato: gli scozzesi si erano espressi in maggioranza a sfavore dell’uscita dall’Europa.
Accanto a questo l’avvio formale del percorso di uscita della Gran Bretagna della UE ha provocato, nel giorno della firma della premier britannica, una calo della sterlina rispetto alle principali valute, cedendo lo 0,3% a 1,2407 dollari, dopo essere scesa da1,24 dollari a 1,2380. Perde invece con l’euro lo 0,1%, portando il tasso di cambio a 86,9 pence per euro.
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Gli effetti economici della Brexit

Per gli economisti saranno necessari ancora alcuni trimestri perché si manifestino gli effetti della Brexit. Quel che sembra certo è che le imprese dovranno nei prossimi 2 anni valutare i cambiamenti da apportare ai loro piani industriali e finanziari.
Fra le prime imprese che stanno facendo sentire la loro voce sulle implicazioni della Brexit, in prima linea c’è Rayanair. La compagnia per eccellenza di voi low cost ha invitato il governo inglese a mettere in cima alla sua agenda l’apertura di un dialogo con le autorità europee, per coprire il vuoto normativo che l’uscita dalla UE creerà nel sistema di regolamentazione dei voli da e per la Gran Bretagna.
Un vuoto che potrebbe spingere Ryanair ha rivedere i consistenti investimenti effettuati negli ultimi anni nel Regno Unito: già per il 2017 la compagna a previsto che la crescita prevista del 15% scenderà al 6%.
Fra i rischi che la Brexit porta con sé c’è anche una possibile diminuzione degli occupati nel campo dei servizi, che  rappresentano il 41% degli occupati inglesi. In mancanza di un accordo che garantisca l’accesso ai mercati esteri alle società di questo settore, ad esempio quelle attive in campo digitale e tecnologico, l’unica alternativa che potrebbero avere è quella di traslocare altrove.